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Attualità | 01 ottobre 2023, 13:44

Cuoce la pizza creando legami: il forno di Huygevelde e Jézéquel ha fatto tappa in Val Pellice

Costruito in terra e paglia, il forno è stato messo in funzione a Torre Pellice. Il paese, assieme a Luserna San Giovanni e a Rorà, sono stati la prima tappa del ‘Mediterranean Bon Pizz Tour’

Jacques Huygevelde e Sarah Jézéquel a Torre Pellice

Jacques Huygevelde e Sarah Jézéquel a Torre Pellice

Sono arrivati in Val Pellice alla ricerca del ‘Sacro Graal’: un cemento naturale che conferisca solidità ai loro forni in terra e paglia, e per mostrare ciò che fanno nei loro laboratori, dove anche chi ha disabilità psicofisica può sfornare buone pizze.

Un viaggio di scambio

Il ‘Mediterranean Bon Pizz Tour’ di Jacques Huygevelde e Sarah Jézéquel, provenienti dal Queyras, nel dipartimento francese delle Alte Alpi, è iniziato, nei giorni scorsi, dai paesi di Luserna San Giovanni, Rorà e Torre Pellice: “Viaggiamo per scoprire le competenze degli artigiani dei Paesi mediterranei e, in questo modo, affinare la nostra tecnica che permette di costruire forni per pizza esclusivamente con materiale naturale – spiega Jézéquel –. Ma allo stesso tempo lo facciamo anche per mostrare come, attraverso la lavorazione della terra e paglia e della farina, si possano creare dei laboratori per migliorare il benessere psicofisico dei partecipanti o semplicemente dei momenti di socialità in grado di legare persone altrimenti distanti per origine o per estrazione sociale”. Lei gestisce il ristorante-culturale Yak à passer ad Aiguilles, piccolo paese in linea d’aria non troppo lontano da Bobbio Pellice, proprio dall’altra parte del Bric Boucie. È tornata a vivere nella casa che lì avevano costruito i suoi nonni, dopo aver vissuto nel dipartimento delle Landes, dove ha svolto lavori nel sociale. Uno dei primi dei laboratori per insegnare a costruire i forni e cuocere all’interno la pizza si è svolto proprio nella Valle di Aiguilles, al ‘campo base’ di La Monta nel Queyras. La tappa in Val Pellice del loro tour precede il laboratorio che terranno ad Ajaccio, in Corsica, ad inizio ottobre, in un centro d’accoglienza medicalizzato dell’Association des Paralysés de France.

Un progetto nato in pandemia

È stato nel periodo di confinamento domestico a causa della pandemia che i primi forni di terra e paglia hanno preso forma dalle mani di Huygevelde che è un video maker e cantante: “Allora vivevo a Venelles e, essendo saltati tutti i concerti per la pandemia, avevo del tempo libero. Ho deciso di impiegarlo per costruire qualcosa che potesse divertire i figli dei miei vicini di casa utilizzando materiale alla portata di mano di tutti: terra ed erba secca”. La sua ispirazione è stato l’adobe: l’impasto essiccato di argilla, sabbia e paglia che è stato un materiale da costruzione nell’antichità e di cui è fatta la Grande moschea di Djenné, tappa turistica del Mali.

Mano a mano ha affinato la tecnica: ora ricoprendo con l’impasto una struttura composta da pezzi di legno, ognuno può dare al forno la forma desiderata: “C’è chi lo costruisce dandogli la forma di un viso, altri riproducendo degli animali. Le caratteristiche essenziali sono l’ampiezza della camera di cottura e la presenza del camino”. E dopo quattro giorni di essiccazione il forno è pronto.

Le tecniche valligiane

In Val Pellice Jacques Huygevelde e Sarah Jézéquel hanno approfondito con artigiani locali le tecniche di costruzione con prodotti naturali. A Rorà giovedì 21 settembre hanno conosciuto Rinaldo Tourn, esperto di costruzione di muretti a secco, mentre a Torre Pellice, domenica 24, hanno visitato accompagnati dalla naturopata iridologa Sasha Debettini gli antichi forni in pietra delle borgate e poi, nella casa di famiglia di via Armand, hanno messo in funzione il forno in terra e paglia che Huygevelde e Jézéquel custodiscono nel baule della loro auto furgonata con cui percorrono le tappe del tour.

Le tappe

Dopo la Val Pellice toccheranno il Cuneese per poi tornare in Francia ed imbarcarsi per la Corsica, da lì continueranno la loro ‘immersione’ nel Mediterraneo, spostandosi in Sardegna. Il prossimo anno il loro viaggio comprenderà Tunisia, Algeria, Marocco e Spagna mentre il terzo anno toccherà a Slovenia, Croazia, Montenegro ed Albania. “Ovunque cercheremo di scoprire la tradizione della costruzione dei forni e della lavorazione della terracotta che può fornirci delle informazioni utili a scoprire il nostro ‘Sacro Grall’: un ‘cemento naturale’ la cui produzione non sia inquinante e che permetta di dare solidità ai nostri forni” spiega Huygevelde. Se esposti alla pioggia, infatti, tendono a perdere parte del materiale con cui sono costruiti e bisogna ripararli: “Proprio come la popolazione del Mali fa dopo gli eventi temporaleschi, arrampicandosi lungo le facciate della Grande moschea di Djenné” aggiunge.

Ma perché partire con il loro viaggio dalla Val Pellice un territorio famoso per la lavorazione della pietra, piuttosto che della terra? “Pur vivendo non così lontano, per noi era una vallata pressoché sconosciuta, di cui abbiamo sentito raccontare per la prima volta da una diciottenne lusernese che questa estate è venuta a lavorare nella nostra regione – rivela Jézéquel –. Abbiamo capito che in valle vivono persone attente ai temi della natura e abbiamo pensato fosse il posto giusto da cui iniziare. Per questo la prima tappa del ‘Mediterranean Bon Pizz Tour’ è stata Luserna San Giovanni”.

Elisa Rollino

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