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Economia e lavoro | 27 settembre 2023, 15:32

Rai, un anno dopo gli annunci a Torino regna la desolazione: “Siamo fanalino di coda”

I lavoratori denunciano una mancata attenzione dell’azienda verso la città. Snobbato anche il ricordo di Piero Angela

sede rai torino

Rai, un anno dopo gli annunci a Torino regna la desolazione: “Siamo fanalino di coda”

C’era una volta la Rai, a Torino. Potrebbe essere questo l’inizio di una favola, quella della televisione italiana all’ombra della Mole, senza alcun lieto fine. Chi prova a ribaltare il finale sono i sindacati, che non si arrendono a vedere la televisione pubblica italiana disinvestire da Torino. Fuggire da quella città che diede i natali a Piero Angela, simbolo a suo modo anche della Rai.

A un anno dagli annunci, dalle conferenze e dagli incontri della politica locale con l’ex direzione dell’azienda, nulla sembra essere cambiato. E il quadro delineato dai sindacati è sconfortante. 

C’è sempre la sensazione di essere il fanalino di coda” è la denuncia di Cristina Bruno, Cgil. “Restiamo sempre alle condizioni di un anno fa” è l’amara considerazione espressa dalla sindacalista. Parole che fanno da eco a quelle pronunciate da Stefano Pappaletto, Cisl Piemonte: “Le fiction sono un elemento minimale della nostra forza lavoro, perché spesso vengono realizzate con maestranze esterne”.

La Rai ha oggi a Torino 4 palazzi: l’auditorium di via Rossini, il centro di produzione di via Verdi, il palazzo radio di via Verdi e un ex magazzino in corso Giambone. Il paradosso? Pur essendo questi edifici mai pieni, l’azienda spende 1,2 milioni di euro all’anno d’affitto per via Cavalli. Dove i dipendenti sono spesso in smartworking. “Il nostro centro di produzione è un po’ un tappa buchi: servono produzioni stabili per tutto l’anno, non solo una tantum” è il commento riferito alla produzione di Cuori.

Siamo in balia di un’azienda che dice delle cose, anche con una certa sicurezza, ma che poi non riesce nemmeno ad affiggere una targa a Piero Angela fuori da via Verdi 16” ha fatto notare Fabrizio Aquilini, Cgil.

Sorpresa e rammaricata Rosanna Purchia, assessora alla Cultura del Comune di Torino: “La situazione è esattamente opposta rispetto a quella che ci avevano preventivato i vertici aziendali un anno fa. Abbiamo sollecitato incontri con Roma”. “Scopro oggi che la ricaduta delle maestranze sulla produzione di Cuori sono minime, non mi era stato detto così. Sul futuro, con il cambio dei vertici, il nostro sindaco ha messo in cantiere un incontro con l’attuale ad, non ancora fissato” ha spiegato Purchia.

Delusione anche da parte di Lorenza Patriarca (Pd): “Sono molto preoccupata”. Le parole di Valentina Sganga (M5s) rendono invece idea del quadro sconfortante: “Questa situazione legata alla Rai è lo specchio dell’impoverimento della nostra città sotto il profilo culturale e occupazionale. E’ un peccato, abbiamo eccellenze e non riusciamo a valorizzarle”.

Andrea Parisotto

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