"La Ciattigliera". Ma che cos'era? E soprattutto: perché questo nome - suggestivo, ma oscuro - si trova su un blocco di pietra ai confini di borgo Filadelfia? Potrebbe essere questa la domanda che si fanno le persone, residenti o semplici passanti, che percorrono corso Giambone nel tratto che da via Giordano Bruno-via Pio VII (zona ex Moi) conduce a corso Corsica, correndo accanto al sottopassaggio del Lingotto.
Un blocco di pietra in mezzo alle case
Osservando infatti tra le case e le auto parcheggiate, proprio tra la rampa di accesso di un garage e il distributore di benzina, si staglia una pietra levigata e rifinita con la scritta "La Ciattigliera". Ma cosa significa? E perché sta lì? Senza dubbio sembra la testimonianza, di un qualcosa che arriva dal passato, ma che si è perso con il passare dei decenni, fino a diventare (quasi) invisibile.
Quello che può sembrare il nome di un curioso mezzo di trasporto è, invece, il nome di una vecchia cascina, ultimo baluardo di una vita campestre cui Torino ha dovuto rinunciare con l'avanzare della modernità e dell'industrializzazione. Da zona agricola, a borgo operaio.
Da area rurale a quartiere operaio
Un tempo, infatti, quello che oggi è Borgo Filadelfia, rappresentava davvero l'estrema periferia di Torino: poche case, tanti prati e alcune cascine. Proprio come la Ciattigliera. La zona in cui le persone in arrivo da fuori facevano tappa e magari cambiavano cavallo, prima di proseguire. Nella sua posizione originale, la cascina si trovava proprio tra via Giordano Bruno e i Mercati Generali, ma negli anni Trenta cedette il passo alla costruzione dei Nuovi Mercati e all'apertura proprio di via Giordano Bruno. Era di proprietà del conte Avenati ed era collegata alla cappella del Giairino da una piccola strada. Forse dove ora c'è il sottopassaggio. Da quella cappella, ogni Ferragosto, partiva la processione dedicata alla Madonna dell'Assunta. Almeno fino ai primi decenni del Novecento.
Poi arrivò la Fiat, il mercato dell'ortofrutta e anche il campo del Grande Torino, il vecchio Fila. E da area rurale, il Borgo cambiò anima. E dell'ingresso della Ciattigliera, oggi, conserva solo un blocco di pietra e un nome, che racconta una storia.