Per chi se ne va esasperato da furti e vandalismi, c'è chi resta e vuole lanciare un messaggio forte: "Barriera di Milano non è un ghetto". A scriverlo su Facebook è Beatrice Belluschi della "Scuola Professionale di Balletto di Torino", in via Renato Martorelli 70. Nelle sale di questa realtà, che opera a Torino nord da 30 anni, si sono formate generazioni di ballerine e ballerini.
L'addio de "L'Araba Fenice"
Un forte radicamento e conoscenza del territorio che spingono Belluschi ad intervenire nel dibattito sulla sicurezza di Barriera di Milano, dopo agli addii di Spazio 211 e della scuola di danza "L'Araba Fenice" che operava al teatro Marchesa. In quest'ultimo caso il passato è d'obbligo perché il gestore Renato Cosenza, negli scorsi giorni, ha annunciato di volersi trasferire con la compagnia a Lucento perché non ci sono più iscrizioni. La motivazione? "La gente, dopo una certa ora, ha paura a tornare a casa", da Barriera di Milano.
Danneggiato il lavoro di chi resta
Parole a cui replica la "Scuola Professionale di Balletto di Torino". "La nostra esperienza - spiegano - è molto diversa. Siamo in Barriera di Milano da 30 anni e quello che dice il signor Cosenza è la sua verità, totalmente diversa dalla nostra". "Credo che le sue parole - prosegue Belluschi - rischino di danneggiare non solo il nostro lavoro, ma anche quello delle tante associazioni del territorio con le quali si cerca di collaborare".
"Non è scappando che si aiuta Barriera"
E per dare più forza al suo pensiero, la donna spiega che: "nessuno dei miei allievi ha paura nel frequentare la scuola, anche negli orari serali e qualcuno arriva anche da altri quartieri di Torino. Nessuno è mai stato aggredito o derubato". "I corsi sono gli stessi da 30 anni e continuiamo ad educare gli allievi di Barriera e non solo. Perché Barriera non è un ghetto, ma un quartiere multietnico, a volte difficile, ma non è scappando che la si aiuta a riqualifarcarsi".
Garcea (FI) vuole chiarezza su L'Araba Fenice
E sulla vicenda de "L'Araba Fenice" di via Desana interviene anche il consigliere comunale di Forza Italia Domenico Garcea. L'esponente azzurro vuole fare chiarezza con l'assessore alla Cultura Rosanna Purchia sul perché: "un soggetto culturale, che ha beneficiato negli ultimi 10 anni di numerosi supporti di natura economica, strumentale e logistica lascia un quartiere senza restituire quanto ottenuto?". "Stiamo parlando di impianti luci e audio, palchetti, tappeti per la danza posizionati al Teatro Marchesa che, a quanto risulta, non sarebbero più presenti nei locali precedentemente utilizzati", conclude Garcea.