“Siamo stufi di essere vessati, veniamo trattati come untori: Torino torna a ruggire”. Regna l’agitazione nel mondo degli ambulanti torinesi. Il G.O.I.A., categoria sindacale che rappresenta i “mercatali”, ha infatti indetto una doppia manifestazione per protestare contro il rientro nella direttiva Bolkestein, lo stop dei veicoli, le tasse e la delocalizzazione selvaggia.
L’appuntamento è fissato per il 4 settembre, alle ore 15:30 in piazza Vittorio. Un ritrovo con i furgoni e un corteo a piedi, fino alla prefettura, simbolo di uno Stato che sembra quasi essersi dimenticato degli ambulanti, secondo il G.O.I.A. Poi la manifestazione a Roma, prevista per il 14 settembre, con ritrovo alle 10:30 in piazza dei Santi Apostoli.
Nardozzi, scendete di nuovo in piazza, perché?
Perché siamo diventati un comparto vessato e non riusciamo più a respirare: le delocalizzazioni, il rientro della direttiva Bolkestein e ora il blocco dei mezzi.
I vostri mezzi vengono ritenuti inquinanti?
Sono anni che cerchiamo di far capire che il furgone ci serve per lavorare e non è un fattore inquinante: usciamo da casa, andiamo al mercato e teniamo il motore spento, poi torniamo a casa. CI sentiamo dire di cambiare il mezzo, per spese di 70/80 mila euro, come se fossero cioccolatini. Ma il comparto è in crisi, è impensabile sostenere quella spesa.
Gli ultimi anni sono stati duri per voi, tra pandemia e caro vita..
Gli ultimi anni sono stati duri, abbiamo dovuto combattere per tutto. Abbiamo manifestato, protestato. Non pensavamo di dover battagliare ancora: il 14 settembre torniamo a Roma, è un déjà-vu. Chiederemo una riforma che tocchi più punti, tra cui quello sindacale: i sindacati vengano votati dalla categoria, per poter interloquire con le istituzioni con una rappresentanza vera.
Se le istituzioni non dovessero ascoltarvi siete pronti a proseguire nella protesta?
Siamo pronti a combattere, difenderemo un comparto composto da ambulanti e famiglie. Andremo avanti per riportare serenità alla nostra categoria, vogliamo solo lavorare.
Questione Diesel Euro 5, l’ipotetico dietrofront del Governo come lo valutate?
Ci tocca marginalmente, non è solo quello il problema: conti che noi abbiamo furgoni da 70/80 mila km che sono un Euro 0. La scatoletta da 1.000 km che vogliono propinarci come soluzione non basta per tutto l’anno e se dovesse bastare, in ogni caso, i furgoni verrebbero comunque fermati in caso di zona arancione. Non siamo noi gli untori, ce l’hanno già detto durante il Covid. Ci fermano e iniziamo a perdere giornate di lavoro? Abbiamo spese da affrontare, quelle ce le chiedono sempre.
Una deroga per permettere alla vostra categoria di lavorare è una soluzione che contemplate?
No, non vogliamo deroghe: le deroghe si danno ai malati terminali a cui viene concesso un giorno in più per sopravvivere. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete per dare serenità alla categoria: direttiva Bolkestein, riforme e furgoni. Elementi essenziali per andare a lavorare.