Un nuovo patto tra Politecnico di Torino e Agenzia Spaziale Europea, per rafforzare scambi di personale in attività di studio e formazione per il settore dell'aerospazio. Ma con lo sguardo rivolto soprattutto al Pianeta.
Studenti, ricercatori e docenti potranno essere ospitati alla sede Italiana ESA di Frascati, ma potranno anche essere coinvolti nei comitati scientifici in preparazione delle missioni.
In particolare, i ricercatori del Poli potranno diventare "visiting researchers" presso ESA. Ma sarà importante anche la funzione di sentinella rispetto alle opportunità e potenzialità di un territorio come quello di Torino che punta sempre più con forza su questo settore.
Scopi pacifici (e rivolti a Torino)
Attività "con scopi pacifici e scientifici", precisa il Politecnico, come grande attenzione per quel che succede sul pianeta. Proprio ESA sta sviluppando il progetto Acceleratore verde per studiare anche a livello locale come contribuire alla transizione ecologica. "Pensiamo di collaborare con Torino e con il Politecnico per monitorare la qualità dell'aria e lo stato di salute del verde pubblico", dice Simonetta Cheli, direttore dei programmi di osservazione della Terra e capo di Esrin.
Ogni anno escono 300 ingegneri specializzati
''ESA ha fatto passi da gigante nei servizi verso la collettività, arrivando a livello dove una volta solo la Nasa poteva arrivare, dell'agricoltura di precisione allo studio dei cambiamenti climatici - dice il rettore del Politecnico, Guido Saracco -. Siamo l'università italiana maggiormente deputata alla collaborazione su temi aerospaziali, con un corso ad hoc ed è il settore su cui abbiamo più investito a livello di risorse umane per coordinare le attività di ricerca nel corso dei prossimi anni". Sono circa 300 gli ingegneri che si laureano ogni anno al termine del percorso di 5 anni in questo ambito.
"Già lavoriamo da anni con il Politecnico di Torino perché è un'eccellenza nel mondo dell'aerospazio - aggiunge Cheli - ma questo accordo ci lega ancora di più perché servono sempre più competenze, ma che vadano anche oltre l'aerospazio, ma devono essere trasversali. Ambiente, intelligenza artificiale, macchine learning e così via".
Passi avanti anche con l'incubatore ESA Bic
Intanto ESA Bic, incubatore torinese per l'aerospazio, ha già dato vita a 15 nuove start up. "Ma vogliamo triplicare queste cifre nei prossimi anni - dice Saracco - e questo rientra nel nostro impegno verso la Cittadella dell'aerospazio".