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Economia e lavoro | 06 luglio 2023, 15:34

Nuovo statuto per la Compagnia di San Paolo: "entrano" ministero, Ue e gli atenei e stop agli over70

Restano 17 i componenti del Consiglio generale, mentre in vetrina ci sono i principi di sostenibilità (economica e ambientale)

Sede Fondazione Compagnia di San Paolo

Nuovo statuto per la Fondazione Compagnia di San Paolo

Con il semaforo verde del ministero dell’Economia e delle Finanze, ente vigilante delle Fondazioni di origine Bancaria, prende corpo definitivamente il nuovo Statuto della Fondazione Compagnia di San Paolo. Una sorta di "carta fondamentale" per una realtà che opera sul territorio ormai da 460 anni.

I principi fondamentali a cui si ispira la revisione statutaria sono l’autonomia, la continuità, la responsabilità e l’innovazione, attraverso i quali è possibile “leggere” il percorso di evoluzione compiuto dalla Compagnia, che con questa approvazione vengono resi strutturali. 

Valori orientati verso responsabilità e sostenibilità

Tra gli elementi più rilevanti, c'è la valorizzazione e riconoscimento della storia secolare di un ente nato a Torino nel 1563 (e sviluppatosi come “gruppo” di fondazioni: Fondazione Ufficio Pio, Fondazione per la Scuola, Fondazione 1563, Fondazione Italian Institute for Genomic Medicine, Fondazione Collegio Carlo Alberto, Fondazione LINKS) come ispirazione per la strategia contemporanea, che trova il proprio riferimento nei grandi assi strategici della programmazione pluriennale delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e della Repubblica Italiana. Ma anche l’evoluzione della Fondazione verso un modello misto, che agisce tramite erogazioni, investimenti, progetti operativi e strumenti evoluti di accompagnamento; 

Priorità viene data poi al rafforzamento strutturale e alla sostenibilità a lungo termine di enti beneficiari, progetti ed ecosistemi, anche tramite l’integrazione di competenze presenti nel Gruppo Compagnia di San Paolo e l’attenzione all’impatto effettivo degli interventi, da stimare ex ante e da valutare rigorosamente ex post.

Si punta all’adozione di politiche di investimento responsabile (ESG: Environmental, Social, Governance) del patrimonio e l’esplicitazione degli investimenti “legati alla missione”. Diventano centrali la sostenibilità ambientale, sociale, finanziaria e la responsabilità verso le nuove generazioni, quest’ultima sostanziata anche nella previsione di meccanismi di ascolto e dialogo con le nuove generazioni, prendendo le mosse dalla positiva esperienza dello Young Advisory Board di recente istituzione.

Spicca anche il riconoscimento del ruolo della Struttura della Fondazione nel garantire autonomia e continuità di azione; in parallelo, l’introduzione del “documento di fine mandato”, dove il Consiglio Generale declina, a beneficio della governance futura, le esperienze e le tematiche di maggiore rilievo e le indicazioni riguardanti gli ambiti di competenza ed esperienza strategici affinché gli Enti Designanti possano espletare al meglio e con la dovuta terzietà l’alto compito assegnato loro dallo Statuto.

Cosa cambia per il Consiglio generale: nuovi enti e no agli over70

Ma cambiano anche le regole del gioco per la formazione del Consiglio Generale (l’Organo di Indirizzo della Compagnia), il nuovo Statuto prevede l’inserimento di nuovi Enti Designanti, accanto ai precedenti, tutti confermati: attraverso meccanismi di designazione congiunta o alternata il numero dei componenti del Consiglio è invariato (17).
Tra le novità, sono stati inseriti quali nuovi soggetti designanti il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura, la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, l'Università degli Studi di Torino, il Politecnico di Torino e l’Università degli Studi di Genova. È stata anche specificata la presenza di una competenza afferente al terzo settore sociale, la cui identificazione è posta in capo alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino. Il plenum del Consiglio viene raggiunto con la cooptazione di ulteriori tre componenti, eletti nella prima riunione, con l’obiettivo di integrare le competenze strategiche utili all’indirizzo della Fondazione. 

Sempre in coerenza con l’impostazione generale della revisione statutaria, il nuovo testo prevede che i componenti il Consiglio Generale, salvo quelli nominati per cooptazione, e i componenti il Collegio Sindacale non debbano avere compiuto i 75 anni di età al momento della designazione o nomina. I membri del Comitato di Gestione, incluso il Presidente, non devono avere compiuto i 70 anni di età al momento della nomina. Inoltre, nel processo di composizione degli organi di governo viene favorita l’adeguata presenza del genere meno rappresentato.

Alla luce di queste modifiche, il nuovo processo di nomina prevende che 14 componenti del Consiglio Generale vengano designati come segue, rispettando il principio della parità di genere, anche nel caso di designazioni sostitutive:

a) due dal Comune di Torino

b) uno dalla Regione Piemonte

c) uno dal Comune di Genova

d) due dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino, di cui uno da individuarsi tra figure che si siano distinte e/o siano operanti nell’ambito del terzo settore sociale

e) uno dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Genova

f) uno dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano

g) uno dalla Unione Regionale delle Camere di Commercio del Piemonte

h) uno dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova congiuntamente all’Università degli Studi di Genova*

i) uno dall’Accademia delle Scienze di Torino congiuntamente all’Accademia Nazionale dei Lincei

j) uno dall’Università degli Studi di Torino* congiuntamente al Politecnico di Torino*

k) uno dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in alternanza con il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per il Piemonte*

l) uno da Philea, l’associazione delle maggiori Fondazioni europee, in alternanza con il Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea*

Come detto, per arrivare a un totale complessivo di 17 membri, tre componenti devono essere cooptati nella prima riunione, con l’obiettivo di integrare il Consiglio medesimo con le figure e le competenze che possano essere ritenute utili per meglio assolvere le centrali responsabilità dell’Organo di Indirizzo. 

Massimiliano Sciullo

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