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Scuola e formazione | 04 luglio 2023, 15:44

Carenze sismiche e strutturali: chiude la scuola di San Giovanni

Il Comune di Luserna San Giovanni annuncia la decisione e anticipa: “Progetteremo un polo per bambini da 0 a 6 anni”

Il plesso di San Giovanni

Il plesso di San Giovanni

La scuola di San Giovanni, che ospita materna ed elementari, “ha gravi carenze sismiche e strutturali”. E il Comune ha deciso di chiuderla a partire dal prossimo anno scolastico.

Che la scuola avesse dei problemi, non facilmente risolvibili, lo si sapeva da tempo. Ma fino a qualche mese fa la matassa doveva essere dipanata da chi avrebbe vinto le elezioni comunali della primavera del 2024. La maggioranza del sindaco Duilio Canale ha però accelerato sulla questione per una serie di fatti.
“L’Ufficio scolastico regionale ha bocciato la creazione di una prima classe, perché c’erano solo 6 iscritti – elenca il primo cittadino –. Inoltre una relazione del responsabile della sicurezza del 13 giugno evidenzia gravi carenze sismiche, strutturali e di dimensioni del plesso. A seguito di questo documento il dirigente scolastico Danilo Chiabrando ha detto che non avrebbe mandato i bimbi a lezione in quella scuola, quindi abbiamo stabilito di chiuderla”.

I motivi

Una decisione sofferta che Canale ha illustrato con a fianco gli assessori Enrico Delmirani e Marco Revel: “Incluso quello di San Giovanni, abbiamo 5 plessi scolastici – entra nel merito –. Quello di via Pralafera è già stato messo in sicurezza dal punto di vista sismico, mentre per via Tegas i lavori sono in corso e a Luserna Alta si partirà a luglio. Per quanto riguarda le medie, invece, abbiamo attivato un monitoraggio e la situazione è a posto”. Detto altrimenti, gli altri 4 plessi sono o saranno a posto nell’arco di qualche mese e tutti hanno spazio per ospitare alunni che arrivano da San Giovanni.

Situazione che, peraltro, non è una novità. Alcune classi erano già state spostate per l’emergenza Covid per questioni di spazio: nelle medie quest’anno c’erano 63 bambini di seconda, terza e quinta elementare.

Gli spostamenti

Attualmente gli iscritti all’anno scolastico a San Giovanni sono 117: 34 per la materna e 83 per le elementari. Nel disegno del Comune, i primi andranno in via Tegas, dove ci sono ancora 165 posti liberi teorici. Mentre gli altri andranno alle medie, dove i posti sono ben 302.

Oltre a perdere una scuola identitaria, i genitori dovranno anche fare conto con il disagio della chiusura, perché i loro figli dovranno raggiungere gli altri due plessi: “Intendiamo garantire un servizio di trasporto scolastico e faremo un accordo per due anni, anche se ci costerà circa il doppio di quanto ci costa adesso: cioè 50.000 contro gli attuali 25.000, che sono compensati solo per 3.000 euro dalle rette pagate dai genitori” dettaglia il primo cittadino. Inoltre il Comune vuole investire sul pre scuola, dando una mano ai genitori che devono portare i figli prima di andare a lavoro.

Il futuro del plesso

Ma cosa ne sarà dello stabile di San Giovanni? “Vogliamo trasformarlo in un polo per i bimbi da 0 o 6 anni. Ovvero un centro dove non si fa solo educazione, in collaborazione con le strutture private del territorio, ma si danno servizi alle famiglie e uno spazio all’associazione genitori” indica Delmirani. Una strada complessa, che la maggioranza vuole progettare con i genitori e gli operatori del territorio per arrivare a un progetto entro fine anno. “Recuperare quell’edificio non costerà meno di 600-700 mila euro – stima Canale –. Ma lavoreremo per reperire dei fondi o comunque garantiamo la possibilità di contrarre un mutuo, perché il nostro Comune è poco indebitato”. Un’eredità che verrà lasciata all’Amministrazione che vincerà le prossime elezioni comunali: “Se sarà in continuità con noi, porterà avanti il progetto. Se invece ha promesso altro agli elettori, prenderà un’altra strada” conclude Canale.

Marco Bertello

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