“Mimmo Jodice. Senza tempo”. Un titolo evocavito che non lascia spazio a dubbbi sull’intento della mostra organizzata alle Gallerie d’Italia da Roberto Koch per il ciclo La Grande Fotografia Italiana.
Una carriera lunga quasi 50 anni
Obiettivo è proprio raccontare l’opera poetica, non documentaristica e atemporale del fotografo partenopeo attraverso oltre 80 scatti che ripercorrono la sua carriera dal 1964 al 2011. Parte di queste, presenti all’interno della sezione Natura, sono inedite e aggiungono un nuovo tassello alla sua ricerca.
Napoli, ma anche il legame speciale con Torino
“Abbiamo sempre avuto un legame molto forte con Torino, l'abbiamo amata molto e lei ci ha amato molto - commenta la moglie Angela Salomone - c’è sempre stata una grande accoglienza sia dal punto di vista professionale che umano. Forse è l’unica città che può stare al passo è Parigi”.
“Tutto parte da Napoli e a Napoli torna” si potrebbe riassumere così l’arte di Jodice. Classe 1934, scopre la fotografia proprio nella sua Napoli degli anni ’60. Inizia con una serie di sperimentazioni sui materiali e sui codici della fotografia usando il mezzo come strumento creativo.
Conosce tra gli altri Wharol, Beuys, De Dominicis, Lewitt, Kounellis, Nitsch. In quegli anni pubblica il primo lavoro, Chi è Devoto, un’indagine socio-antropologica sulla ritualità. Dal 1980 cambia il suo modo di fare fotografia, facendo scomparire la figura umana e mettendo al centro il paesaggio e i suoi elementi naturali, riprendendo uno stile poetico e quasi metafisico. È in quegli anni che realizza Vedute su Napoli e Mediterraneo.
Oggi è una figura centrale per le nuove generazioni che gli riconoscono una sensibilità e una capacità di unire innovazione e raffinatezza classica.
Un dialogo intimo che si trasmette al pubblico
La sua grande forza sta proprio nell’elemento senza tempo, anacronistico. Rifiutando immagini prese al volo, ma elaborate e studiate, Jodice analizza la realtà e quello che ha di fronte. Un dialogo intimo che trasmette poi al suo pubblico.
“La sua è una fotografia libera. Il suo è sempre stato un atteggiamento passionale e puro” commenta il curatore Koch. In mostra anche il documentario inedito realizzato dall’amico e concittadino Mario Martone.
Per info: https://gallerieditalia.com/it/