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Economia e lavoro | 16 maggio 2023, 11:11

Torino studia la lezione dello smart working: "La tecnologia non cancella posti di lavoro, ma li fa evolvere"

L'assessore Foglietta alla Terza edizione degli Stati generali: "Troppi timori, anche su Intelligenza artificiale o nuova mobilità". L'ex ministro Dadone: "Con il lavoro agile una misura emergenziale è diventata oggi utile e attuale"

smart working e conferenza 16 maggio

Torino e lo smart working: "La tecnologia non cancella posti di lavoro"

Terza edizione a Torino per gli Stati generali del Lavoro e dell'innovazione. Un appuntamento - organizzato dal fondatore, Pier Carlo Barberis - che negli anni si è intrecciato con grandi cambiamenti, se non rivoluzioni vere e proprie: nelle tipologie, nelle modalità e nelle competenze. Mutazioni che hanno generato timori, nemmeno troppo nascosti.

L'innovazione non distruggere il lavoro, ma lo fa evolvere

"Con l'avvento della tecnologia si teme di perdere posti di lavoro, tra intelligenza artificiale e nuove tecnologie o motorizzazioni - ha voluto rassicurare l'assessore comunale all'innovazione, Chiara Foglietta - In realtà le ricerche dimostrano che il mondo del lavoro sta evolvendo, non si sta restringendo. Sta cambiando. E proprio le tecnologie innovative devono accelerare questa evoluzione". 

"Torino ha una casa dedicata alle tecnologie emergenti, in cui si fa innovazione molto spinta, attirando anche start up molto piccole, con un grande contributo della tecnologia del 5G - ha aggiunto Foglietta - Una delle sfide più grandi è decarbonizzare la nostra città entro il 2030, dunque con 20 anni di anticipo sulla scadenza originale del 2050". Ma la sperimentazione non finisce qui, "dall'applicazione del Metaverso nella fruizione dei musei alla misurazione del particolato in città, per valutare le possibili soluzioni per migliorare la qualità dell'aria".

L'esempio dello smart working 

"La crisi va affrontata anche quando appare insormontabile - racconta l'ex ministra alle Politiche giovanili nel governo Draghi, Fabiana Dadone - e le tecnologie sono la strada per trovare soluzioni, mentre spesso si tende a voler rimanere nella propria confort zone, rigettato il fallimento. Lo stesso smart working, durante la pandemia, ha offerto un'opportunità per ripensare il lavoro e anche i servizi pubblici. E alcuni effetti si possono vedere anche adesso, ripensando le esigenze di conciliare vita e lavoro".

Il Poli al servizio del mondo del lavoro

"Come ateneo ci interroghiamo su come servire il mondo del lavoro in modo adeguato, ma anche su come creare e stimolare innovazione nelle imprese del territorio, creando occupazione di qualità - dice Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino - Realtà di questo genere che ci vedono protagonisti sono la cittadella dell'Aerospazio, cosi come il centro per la mobilita a Mirafiori e pure Envipark".

"Ma la sfida è anche attirare studenti da fuori Italia e saperli accogliere al meglio - conclude - soprattutto in un periodo di calo della natalità e dunque delle risorse".

La paura del nuovo, fin dalla Rivoluzione industriale 

"Non dobbiamo spaventarci di quella che è un'evoluzione del lavoro - conclude Gianluca Giordano di Confindustria Piemonte e vicepresidente di Piccola Industria - Accadeva lo stesso già nella prima rivoluzione industriale,  quando si temeva la novità. Bisogna cavalcare ciò che può diventare un elemento di competitività,  soprattutto se declinato con la partecipazione del capitale umano".

Anche per porre rimedio all'attuale divergenza tra necessità delle imprese e offerta di figure professionali: "I numeri dimostrano come sia sempre più difficile incrociare le due dimensioni. Ma il rischio, così, è di perdere competitività e produzione nel mondo dell'impresa".

Massimiliano Sciullo

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