L'Ordine dei Giornalisti del Piemonte e l'Associazione Stampa Subalpina intervengono a difesa della categoria, chiedendo che sia sempre garantito e aperto l'accesso agli uffici per i cronisti che seguono le vicende del Comune di Torino. "L'informazione rappresenta l'occhio della cittadinanza sull'operato dell'amministrazione pubblica e non dev'essere sottoposta a controlli che ne limitino la libertà", scrivono in una nota, dopo aver ricevuto segnalazioni in merito alla nuova modalità di accesso a Palazzo Civico per i cronisti, ai quali da qualche giorno viene richiesto di registrarsi al momento dell'ingresso indicando anche la destinazione all'interno del municipio.
"Abbiamo apprezzato quale segnale di attenzione - si legge nella nota - la decisione di destinare nei mesi scorsi una sala del Palazzo di Città alla stampa, ma ora, pur comprendendo le esigenze di sicurezza, teniamo a sottolineare come gli uffici comunali debbano essere aperti al lavoro dei giornalisti e come i cronisti non possano essere sottoposti a un controllo preventivo circa i luoghi del municipio verso i quali sono diretti o le persone che incontrano".
"Già in passato - ricordano Ordine e sindacato - avevamo avuto, purtroppo, l'occasione di denunciare analoghi provvedimenti dell'amministrazione precedente. Confidiamo che, anche questa volta, possano essere trovate soluzioni idonee a garantire entrambe le esigenze di sicurezza e di informazione".
Le minoranze in Sala Rossa si sono subito schierate a favore degli esponenti della stampa. "Ho appena letto una nota dell'Ordine dei Giornalisti del Piemonte che lamenta un irrigidimento dei controlli per l'accesso a Palazzo Civico che comporterebbe un restringimento delle libertà dei giornalisti. Considerato che l'informazione rappresenta uno dei punti fondamentali per un'amministrazione trasparente, ritengo che tale provvedimento sia da considerarsi un atto gravissimo che il sindaco deve far ritirare immediatamente". A chiederlo il capogruppo M5S Andrea Russi. "Anche perché altrimenti - dice - verrebbe da chiedersi perché il sindaco ha deciso di mettere sotto controllo gli accessi a Palazzo dei giornalisti. Potrebbero avere inciso le inchieste che stanno travolgendo esponenti del Partito Democratico, della sua giunta e della sua maggioranza?", si chiede Russi auspicando "ovviamente di no e per questo ribadisco l'assoluta ed immediata necessità di cancellare il provvedimento. D'altronde fu lui stesso a chiederlo a gran voce nel 2016. Sarebbe una vera barzelletta se avesse cambiato idea proprio adesso.
“La preoccupazione lamentata dall’Ordine dei giornalisti e dalla Stampa Subalpina - commenta Pino Iannò di Torino Libero Pensiero - circa la limitazione di accesso a Palazzo Civico dei giornalisti, mi indigna, soprattutto perché uno dei principi fondamentali di una Pubblica Amministrazione è di essere trasparente. Compito degli organi di informazione è di raccontare quanto più possibile la verità sostanziale dei fatti. Dover dichiarare ad una terza persona, chi deve incontrare il giornalista, impedisce il fatto che egli possa tenere fede al segreto professionale o lo mina fortemente, mentre il segreto professionale è garantito da una legge dello Stato". Di qui la decisione di depositare un’interpellanza per fare chiarezza sulla vicenda: "la libera informazione, che deve essere difesa e alimentata e non deve essere sottoposta ad un ruolo censorio della Pubblica Amministrazione".
Ma anche Silvio Viale, esponente della maggioranza, non ha risparmiato le critiche: "Devo ammettere che la nota congiunta dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Associazione Stampa Subalpina mette in campana. Voglio quindi prendere sul serio la questione e chiedo alla Presidenza del Consiglio Comunale che della questione sia investita la Conferenza dei Capigruppo. La libertà di giornalisti e cronisti di accedere in Comune deve essere garantita, ottemperando le esigenze di sicurezza e privacy".