Oggi il cielo sopra Torino si tinge di arcobaleno. Al teatro Carignano si sono ritrovati sindaci e amministratori locali da tutta Italia, che hanno risposto all'appello del sindaco di Torino Stefano Lo Russo per chiedere maggiori diritti per le famiglie omogenitoriali. E dal palco Lo Russo ha ricordato come il capoluogo piemontese sia stato, su impulso dell'allora primo cittadino Chiara Appendino, il primo Comune in Italia a trascrivere all'anagrafe i figli di coppie gay e lesbiche: tra di loro anche Niccolò Pietro, figlio dell'attuale assessore alla Mobilità Chiara Foglietta.
"Figli coppie gay non hanno stessi diritti"
"Siamo qua - ha spiegato Lo Russo - per affermare una cosa molto importante: nel nostro paese i figli delle coppie omogenitoriali non hanno gli stessi diritti degli altri. Abbiamo deciso di avviare una mobilitazione per sollecitare il Parlamento a fare quello che ha detto la Corte Costituzionale, cioè dare un quadro legislativo certo a questi bambini. Questo è il sentimento vero del nostro paese". La premier Giorgia Meloni dal palco degli Stati Generali, accanto a Papa Francesco, è tornata a difendere la famiglia tradizionale ed attaccare l'utero in affitto.
"Matrimonio egualitario per adozione coppie gay"
"Noi pensiamo - ha replicato Lo Russo - che le famiglie siano un valore fondante della nostra società e che servano politiche incentivanti, indipendentemente dall'orientamento di genere". "L'utero in affitto - ha proseguito - non è oggetto dell'iniziativa di oggi. La destra usa questo argomento per impedire la reale discussione, cioè dare certezza giuridica ai bambini di figli di coppie omogenitoriali e aprire la discussione sul matrimonio egualitario, che permetterebbe l'adozione anche alle coppie omogenitoriali".
Appendino (M5S): "Meloni deve capire che in Italia ci sono famiglie arcobaleno"
A far partire la mobilitazione di oggi lo stop per Torino nel giugno scorso e per Milano a marzo 2023, alle trascrizioni. Un divieto che ha spinto sette sindaci di altrettante città italiane (Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari) a scrivere al Governo per annullare la disparità di trattamento. In sala c'era anche Chiara Appendino, primo amministratore in Italia a registrare all'Anagrafe tre bambini di coppie gay e lesbiche. "Meloni - commenta la parlamentare del M5S - continua ad usare l'utero in affitto come arma di distrazione di massa. La sua ideologia danneggia i figli di coppie omogenitoriali, che sono considerati di serie B. Meloni deve capire che in questo paese vi sono famiglie arcobaleno, le piaccia o non piaccia".
I sindaci
In platea c'era anche i sindaci di Roma Roberto Gualtieri e di Trento Franco Ianeselli, mentre Beppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli) e Dario Nardella (Firenze) sono intervenuti in videocollegamento. "Il governo italiano - ha commentato l'assessore comunale ai Diritti Jacopo Rosatelli - parla di famiglie al singolare, ma è sbagliato e si dice al plurale. Esistono tanti tipi di famiglie: per questo i sindaci si trovano a Torino per chiedere al Governo di renderle tutte uguali".