Attualità - 12 maggio 2023, 16:49

Lotta alla mafia ed eroi durante l'Olocausto: Santa Rita avvicina due facce potenti del Bene

Inaugurata questa mattina la targa che ricorda i Giusti tra le Nazioni, all'interno del Giardino intitolato a Francesca Laura Morvillo, moglie di Giovanni Falcone, morti a Capaci

Inaugurazione della targa per ricordare i Giusti tra le nazioni a Santa Rita

Hanno sfidato la pioggia che per tutta la giornata non ha dato tregua a Torino, ma soprattutto hanno affiancato nel quartiere di Santa Rita - rendendo il loro messaggio di testimonianza ancora più potente - due delle facce che il Bene ha saputo mostrare, in Italia e non solo, nel corso del secolo scorso.

No all'Olocausto e lotta alla mafia

E' stata infatti inaugurata nella tarda mattinata di oggi la targa che vuole ricordare i "Giusti tra le Nazioni", la definizione che ormai dalla seconda metà del Novecento viene utilizzata per indicare tutte quelle persone che decisero con coraggio di aiutare gli ebrei a sfuggire all’Olocausto, alla deportazione nei campi di sterminio. Una targa che è stata collocata in un luogo altrettanto speciale: il giardino intitolato a Francesca Laura Morvillo, a pochi passi da via Tirreno. L'area verde che ricorda la moglie del giudice Giovanni Falcone, magistrato anche lei, che ha perso la vita insieme al marito e alla scorta nella strage di Capaci.

La presenza delle istituzioni

Alla cerimonia erano presenti la vicesindaca di Torino, Michela Favaro, il vicepresidente del Consiglio comunale Domenico Garcea, l’assessore regionale Fabrizio Ricca, il vicepresidente della Circoscrizione 2 Giuseppe Genco, il presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni e il prefetto del distretto Rotaract 2031, Matteo Cammisuli.

Quella di "Giusti tra le Nazioni" non è solo una definizione: è anche un'onorificenza conferita dallo Yad Vashem, l'Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme che, fin dal 1953, celebra tutti i non ebrei che hanno agito a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista. "Oltre ventimila donne e uomini, fra cui cinquecento italiani e una ventina di torinesi - ha ricordato Disegni - dimostrarono virtù e rettitudine, un senso del dovere capace di riportare la luce nel momento più buio per l’umanità. Un esempio che rappresenta un potente vaccino contro ogni forma di odio e di intolleranza e come tale deve essere proposto e riproposto in tutte le possibili declinazioni della comunicazione e dell’insegnamento".

Garcea ha sottolineato come "la vicenda dei Giusti tra le Nazioni, per noi italiani sia sovrapponibile al tema della Resistenza, che ha saputo unire le persone, coraggiose nello scegliere da che parte stare, mettersi in gioco rischiando in prima persona, incapaci di essere indifferenti di fronte alla sofferenza altrui".

Fabrizio Ricca ha ringraziato chi ha voluto questa targa, perché "ha voluto dare un segnale forte contro l’antisemitismo, contro il razzismo, memoria e anticorpo vero per la nostra società, ad evitare il rischio che possa tornare il buio di quegli anni terribili del Novecento".

Le conclusioni sono state affidate alla vicesindaca Favaro: "Memoria e ricordo - ha detto - devono essere antidoti importanti, utili per tramandare valori e rinsaldare legami di una comunità. Giustizia sociale, il rispetto delle persone, l’uguaglianza e la fratellanza: i Giusti tra le Nazioni furono in grado di sentire propri questi valori e non esitarono nel rischiare di persona per sostenerli, diventando un esempio da seguire".