"I corridoi ferroviari europei ci daranno uno sviluppo sostenibile e sono essenziali per il trasferimento del trasporto merci e passeggeri dalla strada alla rotaia. La carenza di 30.000 autisti mezzi pesanti rendono ancor più necessario il trasporto su rotaia. Ma i corridoi ferroviari ci metteranno al centro dello sviluppo economico globale che per l’Italia che deve il 30% del suo PIL alle esportazioni e’ vitale . L’Italia ha bisogno della TAV perché la Francia è il secondo Paese per esportazioni e l’Italia, come hanno dimostrato le nostre grandi Manifestazioni torinesi SITAV, vuole la TAV. Purtroppo la penultima legislatura ha rallentato i lavori . La migliore spinta alla Francia la possiamo dare invece accelerando noi i lavori della TAV dalla parte italiana. Conto molto sulla Premier Giorgia Meloni" così Mino Giachino leader di SiTav.
"La Tav è un’opera ormai indifferibile e irrinunciabile: questo deve essere chiaro tanto ai suoi nemici interni quanto a chi in Francia propone rinvii ideologici a date più o meno da destinarsi. Per il nostro Piemonte la Torino-Lione significa lavoro, sviluppo, interconnessione sullo scacchiere europeo. E rispetto alle balbettanti posizioni espresse dai ministri del recente passato, il garante di questo futuro di progresso oggi si chiama Matteo Salvini. Uno che ha dimostrato a tutti quanto le infrastrutture, per funzionare, devono innanzitutto essere realizzate. Senza restare impantanati nelle logiche dei pavidi no a tutto, che all’Italia e al Piemonte sono già costate un gap di competitività non può accettabile”, ha dichiarato il capogruppo della Lega in Consiglio regionale Alberto Preioni.
Di parere diametralmente opposto il vice capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi: "Credo sia il momento di ammettere che il progetto TAV Torino-Lione - vecchio di 20 anni - non è realizzabile e non sarà realizzato nei prossimi 20: esorbitanti i costi ma soprattutto obiettivi inconciliabili con la lotta alla crisi climatica e ambientale. La verità è che la decisione francese risale al 2019, quando il Ministero dei trasporti valutò di potenziare le linee esistenti, perfettamente in grado di sopportare i volumi di traffico merci osservati negli ultimi vent'anni. Quello che, semplicemente, da vent'anni diciamo anche noi per l'Italia".
"Non esiste alcuna garanzia che la Francia dopo il 2043 realizzi l'opera e per la tratta nazionale italiana non esiste a oggi neanche un progetto approvato. La TAV Torino Lione è come il Ponte sullo Stretto: un'opera ciclopica e anacronistica in un momento in cui gli sforzi e gli investimenti infrastrutturali devono concentrarsi sul rafforzamento delle linee ferroviarie in tutti quei territori drammaticamente carenti, sul ripristino delle tantissime linee cancellate nonostante il bisogno e nella promozione della mobilità sostenibile e intermodale in tutte le città e in tutto il Paese", ha concluso Grimaldi.
Sul tema anche Antonino Iaria, parlamentare del M5S, è andato giù piuttosto pesante: "Già in occasione delle audizione del ministro Salvini, e anche in seguito all’audizione del viceministro Rixi, abbiamo ribadito che le intenzioni dei cugini francesi su quest’opera erano molto chiare e che per loro il TAV Torino-Lione non era una priorità. Per questo non ci ha stupito la notizia di questi giorni che lo conferma. Il TAV è tutto tranne che un'opera prioritaria per il paese, e i francesi lo hanno capito, forse perché si preoccupano di investire su altre priorità più utili ai loro cittadini. Il Ministro Salvini dovrebbe evitare esternazioni da far west che non fanno altro che ridicolizzarci".