Politica - 09 maggio 2023, 18:21

Raccolta differenziata, il Piemonte approva un nuovo piano: obiettivo 82% entro il 2035

Gli step fissati dalla Regione: 70% entro il 2025 e 75% nel 2030. La produzione pro capite annua di rifiuti indifferenziati dovrà passare dagli attuali 159 chilogrammi a 126 kg al 2025

Inquinare di meno, produrre meno rifiuti e aumentare sensibilmente la raccolta differenziata sul territorio. Sono questi i punti cardine del Piano Regionale di gestione dei rifiuti che, dopo due anni di lavori, è stato approvato (tra le polemiche) dal Consiglio regionale.

Il piano è suddiviso in step. Gli obiettivi fissati dalla Regione? I seguenti: La percentuale di raccolta differenziata dovrà raggiungere il 70% entro 2025, il 75% nel 2030 e l’82% nel 2035. Ma non solo. Per quanto riguarda la produzione pro capite annua di rifiuti indifferenziati (quota attualmente attestata su 159 chilogrammi) gli obiettivi sono 126 chilogrammi al 2025, 100 chilogrammi al 2030 e inferiore a 90 chilogrammi al 2035. A questi si aggiunge l’obiettivo di produzione totale (differenziato e indifferenziato) pro capite di 448 chilogrammi al 2035.
Per quanto riguarda la percentuale di conferimento di rifiuti in discarica, l’obiettivo finale è di scendere al di sotto del 5% nel 2035.

"È un piano fondamentale per potenziare tutte le filiere dell’economia circolare nell’ottica dell’efficienza, dell’autonomia e della sostenibilità ambientale. Questi obiettivi e queste sfide porteranno il Piemonte ad essere una delle regioni più virtuose d'Italia e d'Europa, attraverso il recupero di quasi la totalità dei materiali provenienti dai rifiuti prodotti" ha commentato Matteo Marnati, assessore all'Ambiente della Regione Piemonte. "I rifiuti differenziati sono e saranno le nuove miniere di materiali, con grande risparmio economico per i cittadini ma anche un grande beneficio ambientale, azzerando praticamente l'uso delle discariche" ha concluso l'assessore.

Di certo il voto in aula è stato contraddistinto dalle polemiche, con le opposizioni che hanno bollato come "poco ambizioso" il piano. "Crediamo e siamo convinti che bisognerebbe provare a costruire obiettivi più alti. Regioni simili alla nostra hanno già fatto meglio in questi anni: siamo in ritardo rispetto al Veneto di 10 anni, loro differenziavano la nostra stessa percentuale nel 2001" è l'accusa mossa da Domenico Rossi, Pd. E' spettato a Paolo Ruzzola (Forza Italia) replicare: "Sono sconcertato dal sentire colleghi che parlano di piano poco sfidante. Sono davvero esterrefatto: da decenni siete in maggioranza assoluta in Comune di Torino, che rappresenta il 50% della provincia e 1/4 della popolazione del Piemonte, e avete chiesto deroghe per poter non raggiungere obiettivi minimi che tutti gli altri hanno raggiunto".

Risposta piccata anche da parte di Alberto Preioni (Lega): "Abbiamo velocità diverse, province piccole riescono a differenziare oltre l'80%, ma se guardo il centro di Torino vedo che c'è molto da fare. Si fatica a trovare bidoni della plastica o del vetro. Ne va del degrado della città".

Il Piano regionale di gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate, che vede tra gli interventi quello relativo all'ex Amiantifera di Balangero, la più grande cava di amianto all’aperto mai realizzata e gestita in Europa.

"Le attività di bonifica sono state avviate - ha commentato il leghista Claudio Leone - ma occorre un nuovo accordo per la programmazione delle operazioni da condurre nei prossimi anni in un orizzonte temporale di breve termine. Ai fini del completamento delle attività di bonifica abbiamo stimato la necessità di uno stanziamento aggiuntivo di circa 10 milioni di euro".