- 01 maggio 2023, 18:47

"Scoprire Torino": via Po, una strada con due portici paralleli ma diversi

Avete mai notato che i portici di via Po sono diversi? La ragione c'è e va cercata nella storia

Una cosa accomuna i torinesi e i turisti che vogliono visitare Torino: le lunghe camminate per percorrere le vie del centro. Partendo dalla stazione ferroviaria Porta Nuova, ci si incammina nella lunga via Roma per giungere in piazza San Carlo prima, in piazza Castello dopo. E se si ha il desiderio di continuare ad ammirare lo splendido capoluogo sabaudo, arrivati nella piazza di Palazzo Reale si svolta a destra e, per raggiungere piazza Vittorio Veneto e la chiesa della Gran Madre al di là del ponte, una via bisogna percorrere: l’antica via Po.

Questa, originariamente chiamata Contrada di Po o Regina Viarium, regina delle strade per via della sua lunghezza (di, appunto, 700 metri), è costeggiata da due file parallele di alti e possenti portici, che però vengono contraddistinti da un particolare: quelli del lato sinistro sono ininterrotti fino ad un passo dal fiume Po, mentre quelli di destra sono discontinui. Come mai?

Torniamo indietro di due secoli. Siamo all’inizio dell’800 e il Regno di Sardegna, di cui faceva parte Torino, è governato dal sovrano Vittorio Emanuele I di Savoia. Egli, essendo un fervente cattolico, dà il via alla costruzione della chiesa della Gran Madre, situata ai piedi della collina torinese. Per raggiungere il luogo di culto il re doveva percorrere l’intera Via Po e attraversare l’omonimo fiume.

Vivendo in una città con condizioni meteo instabili, il re, volendo non bagnarsi in caso di pioggia e neve – molto frequenti allora – decise di rendere ininterrotto il lato sinistro di via Po, facendo costruire terrazzi a copertura del lungo passaggio pedonale, costruito il secolo precedente dal re Vittorio Amedeo II di Savoia. Dal lato opposto invece vi passava il cosiddetto “populino”, che, secondo la famiglia reale, non aveva alcuna esigenza e quindi poteva resistere tranquillamente alle intemperie.

Giulia Arduino