Rammarico. E' questo il sentimento provato dal governatore del Piemonte Alberto Cirio e dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo non appena ricevuta la notizia ufficiale: la Fondazione Milano-Cortina ha scelto Rho Fiera come sede del pattinaggio di velocità per le gare di pattinaggio sul ghiaccio delle Olimpiadi 2026. Scartata, dunque, l'opzione Torino, che aveva presentato ieri il dossier sull'Oval Lingotto, che lo speed skating lo aveva già ospitato nel 2006, oltre che alle Universiadi 2007.
"Abbiamo appreso con rammarico della decisione assunta oggi dal cda della Fondazione Milano-Cortina a proposito della sede per la gare di pattinaggio di velocità delle Olimpiadi del 2026", hanno commentato in una nota Cirio e Lo Russo. "Continuiamo però a essere fermamente convinti che l’opzione Torino fosse la migliore per le caratteristiche tecniche e per la sua sostenibilità, in un momento in cui la spesa pubblica va monitorata e controllata con estrema attenzione. Da italiani continuiamo a tifare per la buona riuscita delle Olimpiadi e auspichiamo che le valutazioni che hanno portato a escludere la città di Torino siano basate su valutazioni tecniche, che tengano effettivamente conto dei tempi e dei costi di realizzazione delle strutture, e che trovino ora conferma nella realizzazione delle opere".
La decisione ricaduta su Rho Fiera per ospitare le gare di pattinaggio di velocità, inizialmente previste in Trentino a Baselga di Pinè, è arrivata nel tardo pomeriggio di oggi, 18 aprile, da parte del Cda di Fondazione Milano-Cortina. Che, all'unanimità, ha approvato sia il bilancio 2022 sia, appunto, la modifica del Masterplan con la variazione della venue di gara per la disciplina dello Speed Skating.
La proposta milanese, interamente finanziata da capitali privati, ha evidenziato, oltre al vantaggio della continuità territoriale con gli altri siti di gara del mondo del ghiaccio - eccezion fatta per il curling - una "significativa e maggiore concretezza unita a un abbattimento dei costi operativi: basti pensare, a mero titolo esemplificativo, ai temi logistici relativi allo spostamento degli atleti, degli staff delle federazioni e degli arbitri; ai costi di vitto e alloggio e a quelli di una workforce dedicata e distaccata presso la nuova sede; o, ancora, agli introiti derivanti dall’acquisto multiplo di biglietti: grazie alla continuità territoriale il tifoso potrà, infatti, fruire di un maggior numero di gare nella stessa città".
"Una decisione che ci amareggia e della quale vediamo chiaramente l'origine nel 'Niet' ai suoi tempi pronunciato dall'Amministrazione Appendino", ha commentato il Presidente Gruppo Consiliare Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte., Silvio Magliano. "Il nostro territorio ha già in più occasioni dimostrato di avere la forza organizzativa necessaria e la qualità di una struttura come l'Oval (ma altre ancora sarebbero state di pari livello in Piemonte) avrebbe garantito un valore aggiunto all'evento olimpico nel suo complesso, insieme a un oggettivo risparmio in termini di costi e di impatto ambientale. Così non sarà ed è un peccato".
"Una brutta giornata per Torino che perde un’altra opportunità di rilancio e sviluppo, anche a causa di scelte miopi fatte in passato", il commento, invece, di Paolo Damilano (Torino Bellissima). "Ora concentriamoci nel dare il meglio per le ribalte internazionali che la città si è già conquistata, come le ATP".
"Una scelta incomprensibile quella di preferire la Fiera di Milano a Torino", ha aggiunto l'assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca, "dettata più dalla politica che da ragioni tecniche. Milano ha scelto di escludere Torino per paura di essere messa in ombra sia dalla nostra capacità di organizzare, sia per la nostra capacità di portare avanti uno spirito olimpico che ci era stato invidiato da tutti. Ne riparleremo tra sei mesi quando si renderanno conto di non aver iniziato in tempo le opere".