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Cultura e spettacoli | 12 marzo 2023, 17:38

Nasce Casa Accademia, lo spazio espositivo a cura degli studenti dell'Accademia Albertina

In collaborazione con Pastis e associazione Azimut. L'inaugurazione, con la mostra di Silvia Loi "I figli della Lupa I e II", giovedì 23 marzo

Nasce Casa Accademia, lo spazio espositivo a cura degli studenti dell'Accademia Albertina

Nel 2022 nasce Casa Accademia, un’importante collaborazione tra l’Accademia Albertina, l’Associazione Azimut e il Pastis di P.zza E. Filiberto, che diventa la vetrina della migliore  produzione artistica dell’Accademia.

Il Progetto prevede un ciclo di mostre a cadenza settimanale, dedicate alla produzione artistica delle studentesse e degli studenti, con la curatela del corpo docenti.

Non solo mostra non solo arte, ma un luogo da vivere dove sperimentare e discutere.

Nella stagione 2022/2023, con il coordinamento della direzione dell’Accademia Albertina e in particolare di Edoardo Di Mauro, Casa Accademia diventa spazio espositivo ma anche un luogo di incontro e di scambio, permettendo alle classi e al corpo docenti di sperimentare, contaminare e creare nuovi progetti, di confrontarsi e misurarsi con il sistema arte.

A dare il via alla stagione, giovedì 23 marzo alle ore 18.30 sarà la mostra di Silvia Loi "Figli della Lupa I e II" curata da Domenico Borrelli. 

La mostra nasce da una riflessione dell’artista sull’emblema romano per eccellenza, la Lupa Capitolina, anche simbolo del ventennio fascista che raccoglieva i più giovani nell’omonimo gruppo. La critica di Silvia, anche alla luce dei recenti episodi di inneggiamento al fascismo da parte di alcuni giovani studenti, si rivolge a questo futile tentativo di tornare alla bellezza di un passato ormai presente solo in apparenza nelle opere d’arte e nei monumenti classici.

Roma riemerge nei lavori di Silvia. Figli della Lupa I è un’installazione composta da un centinaio di candele dalle sembianze della Lupa capitolina. Ma l’opera è destinata a scomparire sotto il segno del fuoco, che logora lentamente la cera, spargendosi nello spazio circostante. Lo stesso animale è protagonista del video Figli della Lupa II, in cui l’effimero processo di decadimento è ribaltato: la cera, da sciolta, torna lentamente alla sua forma originaria. L’operazione è accompagnata da quello che in apparenza sembrerebbe un canto processionale o un lamento funebre, risultato di alcuni cori da stadio dei tifosi romani campionati e rallentati dall’artista, che creano un parallelismo con le urla dei Gladiatori dell’Antica Roma.
Le opere, dai toni gravi e ostinati, raccontano un’Italia ferma nel tempo, sospesa, e lasciano aperto il dubbio sul se esista o meno una possibilità di riscatto da questo declino o se il Paese sia destinato a vivere sognando nostalgicamente l’Antica Roma e i tempi d’oro dell’arte.

redazione

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