Presidio delle insegnanti, sotto le finestre del Comune di Torino, nella giornata di oggi. Sotto la statua del Conte Verde, imbandierata per l'occasione con le insegne di Cgil, Cisl e Uil, la categoria ha voluto ribadire la sua criticità contro le nuove disposizioni in tema di orario di lavoro da parte del Comune.
In particolare, sotto il Comune di Torino si sono dati appuntamento per il presidio gli esponenti di Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa Ral, Cub e Rsu del settore educativo del Comune di Torino.
Imposte le 4 ore in più, ma ci sono anche altre figure coinvolte
"Siamo figure professionali che ogni giorno erogano servizi alla cittadinanza - dice Tiziana Tripodi, segreteria Cisl Fp Torino - e con la manifestazione di oggi protestiamo contro l'obbligo, dal primo di marzo, a lavorare per 4 ore in più alla settimana senza nessuna attenzione per altre figure professionali come econome o educatori e assistenti. Quella che l'amministrazione aveva proposto era una bozza che poneva il vincolo: per discutere della qualità dei servizi educativi bisognava cedere alle 30 ore a settimana per le insegnanti, senza interessarsi del fatto che nei servizi lavorano anche altre persone".
"Ci siamo sacrificati durante la pandemia"
"Abbiamo garantito servizi alla cittadinanza anche durante l'emergenza sanitaria e i servizi hanno retto anche grazie alle lavoratrici - prosegue Tripodi -, ma non c'è stato nessun riconoscimento, anche se si erano già garantite coperture dei turni e sostituzioni affinché i bambini potessero continuare ad avere una normalità, continuando a frequentare scuole e asili".
Gli slogan valgono solo per gli altri
"Ci siamo sentiti presi in giro, visto che si pensava che con la fine dell'emergenza le insegnanti sarebbero rientrate nel loro normale orari di servizio, ma così non è stato - dice ancora la sindacalista -. E noi siamo qui per dire che la qualità dei servizi non passa solo dall'orario di lavoro. Non si può parlare solo per slogan, vogliamo i fatti. Non ci si può comportare diversamente con i propri dipendenti mentre si dice che si deve lavorare tutti, lavorare meno e lavorare meglio". "Abbiamo problemi di riscaldamento in plessi in cui si usano gli scaldabagno, ci sono carenze di strumenti educativi e tantissime situazioni che vanno denunciate in piazza. Qui pretendiamo un lavoro di qualità", conclude.