Attualità - 25 febbraio 2023, 11:08

Carlina, la "piazza che non c'è": storia, curiosità e aneddoti su un luogo unico a Torino

Perché piazza Carlo Emanuele II è stata ribattezzata così? E qual è il suo vero nome? Ecco tutti i segreti di un luogo caratteristico di Torino

Piazza Carlina (foto Maria Paola Soffiantino - Museo di Torino)

"Scusi, per piazza Carlina?". Una domanda a cui ogni torinese sa rispondere, ma nessuno stradario, almeno di quelli ufficiali. Ma questo non deve stupire: a tutti noi, in un momento particolare della vita, sarà capitato di ricevere un soprannome, un appellativo curioso legato, magari, ad un nostro tratto caratteriale o fisico dominante. Tutti finiscono per chiamarci così, quasi ignorando il nostro vero nome.

Questo è, di fatto, ciò che è accaduto a piazza Carlo Emanuele II, nota ai torinesi come piazza Carlina per i comportamenti effemminati che scatenarono le malelingue dell'epoca, tanto da aver iniziato ad identificarla in questo modo persino sulle mappe della città. Ma perché le è stato affibbiato questo nomignolo? Da cosa deriva? Partiamo dal principio.

Coi suoi 120 metri per lato e la sua forma quadrata, piazza Carlo Emanuele II sorge nel centro storico di Torino, e reca al centro la statua di Camillo Benso conte di Cavour, denominata “il fermacarte” per la sua struttura. Essa fu realizzata nel 1872 da Giovanni Duprè. Edificata nel 1673 dall’architetto Amedeo di Castellamonte su commissione dell’allora reggente Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, moglie di Carlo Emanuele II, in origine piazza Carlina fu pensata di forma ottagonale, più ampia e confinante con via Po, ma poi si scelse di ricadere su forma, posizione e dimensioni attuali.

Da iniziale centro pulsante del ducato, poi regno, la piazza, per volere del duca, venne relegata per diversi anni a mercato del vino, ma vi si vendevano altre merci come fieno, legname e carbone. Essa venne ribattezzata appunto dai torinesi piazza Carlina a causa dei modi effeminati di Carlo Emanuele II.

Nel 1769, sempre per ordine della moglie, piazza Carlo Emanuele II divenne parte del vecchio ghetto ebraico, i cui segni sono evidenti ancora oggi nell’edificio all’angolo con via Des Ambrois. Durante l’occupazione francese, dal 1798 al 1814, venne chiamata Place de la Libertè e divenne teatro delle numerosissime condanne a morte, 423, che si svolsero in quegli anni, per mezzo della ghigliottina. Al termine di quell’era, poi, la lama e le travi vennero condotte provvisoriamente presso il chiostro della chiesa del Carmine e la piazza riacquistò il nome e la destinazione d’uso originari.

Attualmente piazza Carlina, a dispetto dell’appellativo col quale continua ad essere identificata, è un luogo ricco di storia e di pregio architettonico, rappresentato dai numerosi edifici che vi si affacciano, tra i quali i palazzi Coardi di Carpeneto e Roero di Guarene, l’ex Caserma Chiaffredo Bergia e la chiesa di Santa Croce. Negli ultimi anni, tanti i locali di food & beverage che si sono affacciati sulla piazza, sempre più frequentata da un pubblico giovane.

Federica De Castro