Il primo gennaio 2023 sono ufficialmente cominciate le attività della neonata Croce verde di Piscina, presieduta dall’operatore bruinese dall’esperienza trentennale Mauro Vallina.
A luglio nasce l’idea da un colloquio tra Vallina e l’Amministrazione comunale, in particolare con il sindaco Cristiano Favaro e l’assessore Alina Laura Toderici, delegata ai servizi di sanità-Asl e sociali. “Il Comune ha riscontrato una mancanza da colmare – spiega Vallina –, e si è rivolto a chi aveva esperienza in questo campo, come me e il vicepresidente, il bibianese Claudio Bosticco. Grazie al lavoro dell’assessore Toderici possiamo coordinare i bisogni della cittadinanza con i nostri servizi”. L’acquisto delle attrezzature necessarie è stato possibile in primo luogo grazie all’autofinanziamento dei cinque fondatori e attuali membri del direttivo, riuscendo a dotarsi di materiale di soccorso, un’ambulanza e un furgone attrezzato per il trasporto di persone disabili. Ora è attiva la campagna di tesseramento fra i cittadini: “I tesseramenti e le donazioni sono ciò che ci permette di andare avanti e migliorare la nostra operatività, con l’obiettivo di attivare e garantire il servizio di emergenza” spiega Vallina.
Attualmente la Croce Verde di Piscina gestisce una trentina di servizi mensili coordinati con il Comune e una quindicina con la casa di riposo San Cesare, presenzia a manifestazioni ed eventi del paese e gestisce un servizio di accompagnamento visite per privati. L’intervento e l’assistenza sul territorio sono forniti grazie alla convenzione per i servizi sociali e al patrocinio del Comune, che ha anche individuato la sede dell’associazione in vicolo Piave 6, oltre a un accordo con la casa di riposo. A occuparsene sono una trentina di volontari, tutti pensionati, anche over 75, e residenti a Piscina. “Sono loro ad essersi avvicinati per primi perché sono loro a conoscere in prima persona chi ha bisogno del nostro aiuto, ad esempio per l’accompagnamento a visite mediche, e quindi a volerlo offrire – racconta Vallina –. Con la pandemia da Covid-19 i numeri del volontariato si sono dimezzati, e manca un ricambio generazionale: per poter gestire il servizio emergenziale necessitiamo di una decina di persone che vogliano seguire il percorso di formazione per potersi dedicare al prossimo, e il nostro appello va sicuramente ai giovani”.