Il Torino Film Festival si è concluso oggi (domani le repliche dei film premiati) con la vittoria di "Palm trees and power Lines" dell'americana Jamie Dack [LEGGI QUI], ma l'attenzione è già tutta sull'anno prossimo.
Il motivo? Il mancato annuncio, atteso per oggi durante la conferenza stampa di chiusura dell'evento, del rinnovo per almeno un altro anno di Steve Della Casa alla direzione del TFF. Attenzione però: il fatto che la notizia non sia stata ufficializzata non vuol dire che ci siano intoppi sulla riconferma.
Della Casa ha fatto il suo, cambiando radicalmente approccio rispetto alla gestione del suo predecessore Stefano Francia di Celle. Il suo Festival è stato infatti decisamente più "pop" e meno per cinefili, con l'introduzione delle masterclass e ospiti come non se ne erano visti nelle edizioni precedenti. E con una grande importanza data in generale alla comunicazione.
I numeri, anche se quelli ufficiali saranno diffusi martedì, sembrano sorridere a Della Casa. Le sale sono state quasi sempre piene, anche se gli incassi sembrano aver subito una flessione. Il motivo è forse da ricercare nella gestione degli accrediti e degli abbonamenti, ma anche nella mancanza di una sala davvero grande, come negli anni passati era stata quella del Reposi 3.
"Se l'obiettivo era portare la gente al cinema allora lo abbiamo raggiunto", ha spiegato lo stesso Steve Della Casa. "Sono orgoglioso di aver portato in giuria dei nomi meno conosciuti ma assolutamente competenti, sono felice di aver introdotto le masterclass che hanno avuto il giusto tributo del pubblico. Che nessuno pensi che sia scontato portare personaggi come Paolo Sorrentino, Toni Servillo o Malcolm McDowell a un evento: il merito è del Tff e del lavoro che c'è stato dietro".
Della Casa ha difeso anche la contestata serata di inaugurazione, dove non si è parlato né del programma del Festival né si è potuto vedere un film in anteprima come invece era accaduto in tutte le precedenti edizioni. "L'inaugurazione con il dibattito sui Beatles e Rolling Stones la rivendico con orgoglio, è stata una serata straordinaria di cui vado fiero".
Al Festival sono comunque emerse alcune problematiche: dal programma cartaceo che non è piaciuto, alla gestione degli abbonamenti, con molti che non sono riusciti a prenotare i film perché esauriti in pochi minuti. "Certamente l'evento è migliorabile. Ma il problema più grosso, è innegabile, ha riguardato la biglietteria, intesa come la gestione dei biglietti a tutto tondo. Ci lavoreremo. E per la prossima edizione servirà certamente un cinema in più, o sale di dimensioni diverse".
A proposito di futuro, Della Casa ha glissato con una battuta: "Se ci sarò l'anno prossimo? Certo che sì, non posso certo perdermi il Festival. In che ruolo? Ah beh, quello si vedrà". Come dire, se non sarà direttore, si siederà tra il pubblico. L'impressione però è che lui un'idea più precisa ce l'abbia eccome. E che l'annuncio sia soltanto una questione di giorni. Tanto che, salutando, si lascia scappare una battuta: "Sia chiaro, se mi chiamano io ci sono".