“Il centenario della Marcia su Roma avrà un’eco a Chivasso, ma di tenore diametralmente opposto ai nostalgici di Predappio”. È quanto annuncia il sindaco Claudio Castello, anticipando la decisione di revocare la cittadinanza onoraria chivassese conferita nel 1927 dal podestà dell’epoca a Cesare Maria De Vecchi, uno dei quadrumviri della manifestazione eversiva che portò al potere il Partito Nazionale Fascista.
“La nostra comunità, da sempre contraria alla barbarie dei totalitarismi – ha spiegato il primo cittadino di Chivasso – non può continuare ad avere tra i suoi componenti, addirittura onorari, un figuro dai trascorsi violenti ed antidemocratici. È un’incompatibilità di fatto e di diritto mantenere un atto scomodo e vergognoso per la nostra storia cittadina, dopo aver dato anche i natali a numerosi partigiani che si sono immolati per la nascita della Repubblica, in una lunga e cruenta lotta di Liberazione”.
A sollevare la questione, nel corso di un’iniziativa culturale che ha ripercorso le vicende travagliate di Chivasso sotto il fascismo, è stato nei giorni scorsi il dottor Claudio Anselmo della Società Storica Chivassese.
Nella deliberazione contestata, De Vecchi viene definito “l’Eroe Piemontese” nei cui confronti “la parte migliore della cittadinanza” ha “ripetutamente” dimostrato “sentimenti di ammirazione”.
Il quadrumviro della Marcia su Roma nacque a Casale Monferrato nel 1884 ed ebbe un percorso controverso nella sua carriera politica: con la caduta del fascismo, espatriò per un periodo in Argentina, ma morì in Italia nel 1959.
Della vicenda se ne occuperà prossimamente il Consiglio Comunale cui spetterà l’assunzione della decisione su proposta del sindaco Claudio Castello.