Se in un giardino adiacente la casa si dispone di una fossa biologica, al fine di renderla sempre attiva e sanificata, è importante effettuare periodici interventi di manutenzione. Nello specifico si tratta di effettuare degli spurghi e successive disinfestazioni dell’impianto e condotte annesse. A tale proposito ecco come funzionano gli spurghi delle fosse biologiche, e quali materiali e prodotti occorrono per portare a buon fine l’operazione.
Come avviene la sanificazione delle fosse biologiche?
Se una fossa biologica è stata accuratamente progettata riesce a drenare liquidi e solidi efficacemente, anche se alcuni a volte bloccano le condotte che si diramano verso i servizi igienici della casa. In questo frangente per risolvere il problema e garantire il corretto drenaggio di liquidi e solidi, bisogna provvedere affidandosi ad esperti del settore come ad esempio il personale della ditta di spurghi a Milano https://www.laspurghi.com/autospurgo-milano.html. Questi ultimi infatti se la fossa biologica non riesce a drenare correttamente i liquami, provvedono innanzitutto a verificare il terreno circostante il pozzetto per assicurarsi se ci siano radici degli alberi che ostruiscono le linee, se sono presenti problemi o danni strutturali a uno o più tubi oppure se la fossa stessa risulta otturata in superficie. L’intervento in ogni caso va effettuato a cominciare dalla pulizia superficiale della fossa stessa, per poi proseguire con l’uso di pompe idrauliche aspiranti o a getto. Una volta liberate le condotte della fossa biologica da sostanze solide, detriti o fogliame i tecnici incaricati possono sanificare l’intero impianto utilizzando un’apposita sostanza in polvere eco-sostenibile e specifica proprio per lo spurgo di fogne biologiche. Nello specifico si tratta di diluirla correttamente in modo che si possa ottenere un composto sanificante di almeno 500 milioni di microrganismi per ogni grammo di polvere, condizione questa che permette di sanificare nel migliore dei modi una fossa biologica e certificarne l’operazione.
Come viene utilizzato un getto fognario?
Una volta rimossa tutta la melma superficiale che si presenta all’apertura della fossa biologica da cui si diramano le varie condotte, i tecnici della suddetta azienda specializzata provvedono ad inserire in essi una cannula larga e lunga. Lo scopo è di rimuovere i fanghi appiccicosi e a scovare altri residui melmosi in modo da liberare l’interamente le condotte. Per rendere agevole l’operazione, alla cannula collegano un compressore in modo da spingere acqua pulita a pressione, oppure se l’ostruzione viene subito individuata a pochi metri dalla fossa utilizzano una pompa ad immersione che in questo caso aspira le sostanze ostruttive. Di solito è però necessaria un'idropulitrice poiché i fanghi settici richiedono una forza significativa per essere rimossi e tirati fuori dalla linea.
Come si risolvono le otturazioni difficili?
In alternativa al metodo di spurgo più comune ossia quello in precedenza descritto, gli esperti del settore se alcune otturazioni della fossa biologica si presentano difficili da rimuovere, possono individuarle e liberarle dal terriccio scavando un buco abbastanza grande sotto ciascuna di esse, per poi consentire al fango di defluire mentre si pulisce la linea aperta. Se invece le condotte sono delle tubazioni, allora le aziende specializzate dispongono di sonde atte ad identificare a che profondità si trova l’ostruzione o sono presenti delle radici in alcuni punti della linea. In questo caso l’unica soluzione consiste nell’allentarle, provando con un getto d’acqua ad altissima pressione oppure inserendo un cavo flessibile con all’estremità un gancio. Quest’ultimo permette di tirare fuori le radici liberando quindi le tubazioni della fossa biologica. A termine di questo accurato lavoro di spurgo se l’acqua defluisce senza ostacoli, allora si può provvedere alla sanificazione con liquidi detergenti specifici per fosse biologiche e di qualità certificata ossia non dannosi per gli esseri umani e per l’ambiente.