Attualità - 16 marzo 2022, 07:00

17 marzo 1861, Torino prima Capitale d'Italia: dal Parlamento a Palazzo Reale, i luoghi che fecero la storia

Dopo due anni, in occasione della Festa dell'Unità d'Italia, riapre il Parlamento Subalpino

Riapre al pubblico il Parlamento Subalpino

17 marzo 1861. Una data scolpita nella storia dell'Italia, di Torino e del Piemonte. Il giorno della proclamazione del Regno d'Italia, 161 anni fa, coincide oggi con la riapertura del Parlamento Subalpino, che riapre le sue porte in occasione della “Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera”.

Si, perché fu proprio Torino, prima capitale d'Italia, il grande palcoscenico su cui gli eroi del Risorgimento sfilarono in trionfo. “Il Parlamento, nel giorno solenne della seduta reale, coll'entusiasmo della riconoscenza e dell’affetto, acclamava Vittorio Emanuele II Re d’Italia”. È l’appassionato resoconto scritto da Camillo Benso, conte di Cavour per annunciare la fine del lungo e travagliato processo di unificazione.

Il Parlamento Subalpino riapre per l'Unità d'Italia

Qualche giorno prima, il 18 febbraio, nell'aula della Camera Subalpina di Palazzo Carignano, era stata inaugurata l'VIII Legislatura del primo parlamento italiano. Nella Camera dei deputati si è svolta l’attività legislativa del Regno sardo tra l’8 maggio 1848 e il 28 dicembre 1860. Uno dei tanti luoghi simbolo dell'Unità d'Italia, che non a caso riaprirà al pubblico dopo due nani di chiusura. “Questa riapertura al pubblico, dopo due anni di sospensione a causa del Covid, rappresenta, anche simbolicamente, un bel punto di ripartenza – commenta Mauro Caliendo, presidente del Museo Nazionale del RisorgimentoVogliamo ridare la possibilità di toccare con mano e respirare l’aria all’interno di questo luogo. È doveroso infatti riconsegnare a tutti, anche se solo per pochi giorni, questo patrimonio inestimabile, un gioiello non solo della città ma dell’Italia intera”. 

17 marzo 1861, Torino prima Capitale d'Italia: i luoghi che fecero la storia

Il Parlamento Subalpino non è l'unico monumento che riporta Torino agli antichi fasti della prima Capitale d'Italia, anzi. Sono ben 31, in città, i monumenti eretti in onore dei Padri della Patria e dei principali protagonisti della stagione risorgimentale. In piazza Carlo Emanuele II - conosciuta come piazza “Carlina” - è presente la statua di Giovanni Dupré dedicata a Cavour, ritratto in abiti da antico romano, con una giovante e discinta Italia inginocchiata ai suoi piedi. Poco distante, all’incrocio fra via Cavour e il Lungo Po Armando Diaz, ecco Giuseppe Garibaldi, raffigurato con indosso il suo caratteristico poncho da Odoardo Tabacchi nel 1877. Il triangolo si chiude con Giuseppe Mazzini, immortalato da Luigi Belli nel 1917, all’angolo di via Dei Mille e via Andrea Doria.

In piazza Carignano sono presenti le statue di Vincenzo Gioberti, filosofo e primo presidente della Camera dei Deputati del Regno di Sardegna, e dello scrittore Vittorio Alfieri. Basta poi spostarsi di qualche metro, fino in piazza Castello, per ritrovarsi di fronte a Palazzo Madama, il monumento anonimo all’Alfiere dell’Esercito Sardo, opera dello scultore ticinese Vincenzo Vela, inaugurata il 10 aprile 1859. 

Ma, per arrivare all’Unità d’Italia, bisogna passare attraverso quei luoghi che ospitarono atti cospiratori e sommovimenti rivoltosi nei decenni precedenti, fin dai moti del 1821, nel cortile del Rettorato dell’Università. O ancora, le poltrone di velluto del Caffè Fiorio, detto anche “dei codini”, poiché frequentato da molti nobili conservatori che indossavano la tipica parrucca con la coda. Ed è cosa nota che Cavour pranzasse assiduamente al Ristorante del Cambio.

Infine, Palazzo Reale, residenza dei duchi di Savoia, poi dei Re di Sardegna e del primo Re d’Italia fino al 1865. Qui Carlo Alberto presiedeva il Consiglio dei ministri e trattava con i suoi consiglieri gli affari di Stato; il 4 marzo 1848 vi firmò il suo Statuto. L'anno prima, nel 1847, Goffredo Mameli aveva scritto il “Canto degli italiani”, musicato a Torino da Michele Novaro: popolarissimo nel Risorgimento, ma di chiara matrice repubblicana e giacobina, sarebbe diventato l’inno nazionale soltanto dopo la seconda guerra mondiale, con la fine della monarchia. 

Visitare il Parlamento Subalpino: come fare

Da giovedì 17 a domenica 20 marzo, dalle ore 10 alle ore 19. Ingresso compreso nel biglietto del Museo; prenotazione obbligatoria del giorno e della fascia oraria della visita telefonando al numero 011 5621147. È possibile anche prenotare una visita guidata al Museo. Per accedere al Museo è necessario indossare la mascherina FFP2 ed essere in possesso del green pass rafforzato. 

Redazione