"Tenuto conto delle ingenti risorse stanziate dall’Unione europea, dovrebbero essere rafforzati e non certo indeboliti i presidi di garanzia circa la corretta gestione dei fondi pubblici". Lo ha detto la presidente della Corte dei Conti del Piemonte, Cinthia Pinotti, che stamattina ha inaugurato l’anno giudiziario dell’organo costituzionale.
"L'attuale drammatico contesto internazionale - ha aggiunto - non deve far dimenticare che le conseguenze economico finanziarie indotte dall’emergenza pandemica, ancora in atto, sono ben lungi dall’essere state risolte e richiederanno, per essere arginate, un grande sforzo collettivo, che chiama in causa non solo le istituzioni pubbliche di garanzia ma la stessa società civile cui compete affiancare con gli istituti della cittadinanza amministrativa il sistema complessivo dei controlli interni ed esterni, in vista dell’ingente afflusso di risorse che dovranno sostenere la ripresa".
Nel 2021 la Corte ha liquidato, nelle sentenze di condanna, importi per oltre 5 milioni e 700 mila euro, mentre i processi hanno avuto una durata media di 8,5 mesi, contro gli 11 mesi del 2020. Sono alcuni dei dati comunicati oggi in occasione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario dell’organo costituzionale. Nel 34 per cento dei casi i processi sono stati definiti entro sei mesi, entro un anno per il 46,9% e per il 19% oltre l’anno.
Nel suo intervento, il procuratore Quirino Lorelli ha citato la tragedia del Mottarone, spiegando come quell’episodio "richiama l’attenzione sullo stato delle infrastrutture e delle opere pubbliche, spesso abbandonate e simbolo di scarso senso del dovere in chi dovrebbe garantirne la fruibilità collettiva. Se è vero che da sempre si pone un problema di obblighi di conservazione del patrimonio pubblico, specie laddove affidato a concessionari privati - ha aggiunto Lorelli - è pur vero che il trascorrere del tempo senza investimenti, pubblici e privati, determina una inesorabile erosione degli interessi pubblici e collettivi, al di sotto dei quali, è bene ricordarlo, stanno i sacrifici di milioni di italiani".
Il magistrato ha quindi osservato come il Superbonus 110% per l’edilizia e il Reddito di cittadinanza siano collegati a un numero sempre maggiori di fenomeni illeciti. "Il bonus avrebbe dovuto risollevare il comparto e migliorare il patrimonio edilizio privato, ma si sta rivelando l’ennesima occasione di indebiti arricchimenti da parte di masnadieri di ogni sorta". A proposito del Reddito di cittadinanza, Lorelli ha spiegato che si tratta di una "materia nella quale alcune confuse, affrettate ed errate prassi amministrative, che impongono un controllo interno all’ente pagatore Inps in pochissimi giorni dalla presentazione della domanda, stanno determinando uno spreco di risorse pubbliche senza precedenti". I fenomeni di malaffare connessi all’incentivo e al sussidio "lasciano ancora una volta trasparire l’inefficienza dell’attuale sistema di controlli del tutto cartolari, fondati sul principio della autocertificazione e, quindi, di per sé inutili, privi di terzietà e, soprattutto, del necessario carattere sanzionatorio che, se effettivo, li renderebbe sì deterrente ai tentativi di truffe, appropriazioni e malversazioni".