Un sistema in crisi e la paura che possa esserlo ancora di più nel prossimo futuro. E' una richiesta d'aiuto al Comune di Torino quella lanciata dall'Anfaa, rappresentante del Tavolo regionale delle Associazioni di famiglie affidatarie: gli affidi sono in calo e l'approvazione del Dl Allontanamento Zero potrebbe dare il colpo di grazia a un sistema già di per sé in difficoltà.
I dati torinesi
Solo a Torino, i minori seguiti dal Comune a casa o nella cerchia familiare sono 12.974, pari al 98% dei minori in difficoltà. Sono appena 318 (il 2%) i ragazzi in affido a terzi o in comunità per minori. "Sul totale della popolazione minorile di Torino - hanno spiegato le associazioni - sono lo 0,26% quelli messi in protezione".
A preoccupare le associazioni è il calo degli affidi consensuali e delle nuove famiglie affidatarie, 59 fra il 2019 e il 2021 rispetto a 89 nuove del 2010 al 2012. "E bisogna tenere conto che delle nuove - hanno evidenziato - circa la metà sono poi considerate idonee. Al momento, ad esempio, solo 16 sono state abbinate con un affido residenziale e una con un affido diurno". Un dato "basso" se si pensa che sono state 60 le adesioni nel 2021, con 26 famiglie selezionate come compatibili. Anche la proporzione degli affidi consensuali è in netto calo, passata dal 18% del 2018 al 9% del 2020, mentre è di conseguenza in aumento quella degli affidi giudiziali.
I motivi degli allontanamenti a Torino
Tra i motivi di allentamento rilevati a Torino, il 29% dei minori sono stati allontanati per trascuranza grave, il 28% per inedeguatezza genitoriale, mentre il 19% per disabilità o dipendenze. Un minore su dieci viene allontanato a causa di maltrattamenti, mentre il 6% per problemi giudiziari, il 4% per richiesta degli stessi genitori, il 3% per problemi gravi del minore e infine il 2% per sospetto abuso.
La richiesta al Comune
Ecco perché le associazioni hanno chiesto al Comune di dare maggiore visibilità a un intervento su cui finora ha puntato, che abbia un ruolo attivo nei confronti delle Asl e che si faccia parte attiva con la Regione sul tema del Dl Allontanamento Zero. In questi anni Palazzo Civico ha proposto tipologie di affido differenziate e innovative, come il Progetto Neonati, l'Affido omoculturale o progetti specifici, avvalendosi di tipologie differenziate di affidatari, con l'obiettivo di soddisfare i bisogni differenti dei minori affidati. "Dopo Bibbiano, è cresciuta la diffidenza verso l'affidamento famigliare. C'è molta diffidenza da parte della famiglie di origine verso le famiglie che accolgono, che sono volontari che aprono le loro case i bimbi per periodi più o meno lunghi, ricevendo rimborso spese" spiegano le associazioni. "Questo clima negativo necessita di una maggior presenza del Comune a livello di mezzi informativi".
Il futuro che spaventa
Attualmente, per 25 famiglie comunità, sono 62 i minori affidati (di cui 4 disabili), 7 figli biologici adottati, 19 maggiorenni (di cui 8 disabili) e 15 ex affidati ancora in carico. Se venisse approvato il Dl Allontanamento Zero, il 40% dei minori sarebbe da ricollocare, mandando in grave difficoltà il sistema. Per questo motivo, la capogruppo del Partito Democratico Nadia Conticelli ha presentato un ordine del giorno perché “La Regione ritiri il Disegno di legge dal titolo Allontanamento Zero”. Il documento chiede il potenziamento dei servizi per le famiglie al posto di un sussidio aggiuntivo come prevederebbe il Disegno di legge e invita a ripensare in modo organico i diversi interventi, prevedendo maggiore collaborazione ed integrazione tra il settore educativo, sanitario e sociale ed una maggior omogeneità territoriale, oltre ad un raccordo con le autorità giudiziarie minorili.