Andrea Zaghi è un uomo di un'intelligenza vasta e variegata, custodita all'interno di una cornice di ironica pacatezza che ne fa un elemento raro della comunicazione torinese. Ma tra le sue passioni - professionali e non - trova senza dubbio uno spazio particolare quella della scrittura: ecco perché, in libreria, dai prossimi giorni sarà possibile trovare "Torino, città futura", il suo nuovo libro edito da Il Mulino e con la prefazione di Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo.
Si tratta di un reportage che racconta "una Torino che non esiste (ancora) partendo dalla Torino di oggi". Una coincidenza temporale (nemmeno troppo coincidenza) che cade proprio nei giorni in cui la città della Mole sceglie il suo nuovo sindaco e, dunque, in ore in cui progetti, prospettive e scenari si sprecano.
Mentre arriverà sugli scaffali delle librerie, il volume sarà anche presentato dal suo autore e da Profumo in occasione del Salone Internazionale del Libro, domenica 17 ottobre alle 17,45 presso BookLab, padiglione 2.
Torino una volta era la città per eccellenza dell’industria e del progresso - si legge nelle note che accompagnano la presentazione del volume -, operaia da un lato e culla di una cultura sociale e politica di prim’ordine dall’altro, “laboratorio sociale ed economico” ma anche teatro, spesso vivace e combattuto, di un cambiamento che ha contribuito davvero a fare l’Italia. Oggi, quella Torino pare aver lasciato il posto a una città smarrita, piegata sui ricordi, spaventata quasi dalle sfide del futuro, una città che guarda con rammarico alle occasioni perse e con gelosia ad altre aree del Paese.
Il libro – forte del sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo – ha l’obiettivo di delineare e raccontare una Torino futura tracciandola sulla base di una serie di colloqui con chi vive la città in ambiti diversi ma collegati dal fatto stesso di insistere nello stesso luogo fisico e sociale.
L’autore parla quindi con chi lavora nelle istituzioni economiche e sociali e quindi nelle imprese, ma anche con chi ha anche fare con la cultura nelle sue diverse declinazioni, con la solidarietà, i contesti giovanili, l’istruzione e la formazione, la ricerca, l’ambiente, le infrastrutture e molto altro ancora. Ambiti che diventano altrettanti “laboratori” che delineano tutti insieme una “Torino laboratorio per il futuro”. Un mix dunque di racconto, ma anche di immaginazione, di coraggio, di rottura degli schemi, che scorrono attraverso 15 racconti di giovani imprenditrici e imprenditori, mediatori sociali, religiosi, cooperanti, agenti musicali, dirigenti pubblici, grandi della cultura, professionisti, urbanisti, studenti. Arricchisce il libro una sezione con 11 mappe tematiche espressamente realizzate da Urban Lab, un’associazione nata per raccontare i processi di trasformazione di Torino e della sua area metropolitana.
"Il libro è una sorta di racconto di una camminata in città alla scoperta di luoghi, prima di tutto sociali e poi fisici - dice Profumo nella sua prefazione –, nei quali una Torino diversa dal consueto non solo viene in qualche modo pensata e progettata, ma è già in via di realizzazione".
I protagonisti del libro sono Paola Allamano, fondatrice di WaterView (un’azienda innovativa nel campo del monitoraggio dell’ambiente); Abderrahmane Amajou, project manager dell’ufficio migrazioni Slow Food International; Marco Armellino, cofondatore e presidente di Aworld (piattaforma e mobile app dedicata al mondo della sostenibilità); Marco Battaglia, amministratore delegato di Coop Sociale Vides Main; Magalì Berardo, creatrice di Musicalista; Don Andrea Bonsignori, dirige le scuole del Cottolengo a Torino e in Italia; Federica Deyme, direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro; Christian Greco, direttore del Museo Egizio; Nicola Lagioia, scrittore e direttore del Salone Internazionale del Libro; Remo Maria Morone, notaio e arbitro presso la Camera arbitrale del Piemonte; Letizia Nada, studentessa; Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab del MIT, fondatore dello studio internazionale di design Carlo Ratti e Associati e copresidente del World Economic Forum Global Council on the Future of Cities and Urbanization; Valentina Sacchetto, presidente Diskolé APS; Francesco Salinas, avvocato e presidente del Circolo Antonio Banfo ed Emanuela Saporito, architetto, dottore di ricerca in Spatial Planning and Urban Development e cofondatrice di «OrtiAlti».
Andrea Zaghi, giornalista, ha iniziato seguendo l’agroalimentare e poi l’economia industriale, la storia economica, la cronaca. Oggi si occupa anche di comunicazione d’azienda. Scrive di cultura d’impresa per la Fondazione Pirelli. Lavora per Avvenire e per l’agenzia Sir. In passato ha scritto per Italia Oggi, Il Sole 24 Ore, Mondo Economico, Il Giornale Nuovo. “Reporter del Gusto” 2014 Assica-Confindustria. Ha scritto i libri La Banda dei Quattro (1999, con M. Panella), Punto e a capo (2002), Le reti di Prometeo (2003), Cervelli digitali (2003), Essere o non essere (in Italia)? (2004). Ha collaborato a Umanesimo industriale (con A. Calabrò, G.A. Ferrari, P. Daverio, V. Scheiwiller, Mondadori, 2019) con il saggio La politica e l’economia dal boom agli anni di crisi. Ha scritto, con A. Bilotto, Michele Sindona. Una storia di banche e malaffare (il Mulino 5/2016).