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Politica | 15 settembre 2021, 19:08

I giovani imprenditori interrogano i candidati sindaci: "Che Torino volete? Il lavoro è il punto fondamentale"

Damilano, Lo Russo e Sganga ospiti del Gruppo Giovani dell'Unione Industriale alle Ogr. Lazzaro: "Tutto il resto è un corollario. E si deve scegliere un modello chiaro di città, senza ambiguità"

Valentina Sganga, Stefano Lo Russo, Paolo Damilano sul palco con Domenico Siniscalco

Valentina Sganga, Stefano Lo Russo, Paolo Damilano sul palco con Domenico Siniscalco

"Il motivo principale per cui una persona sceglie di vivere a Torino è uno, uno solo: il lavoro. Inutile girarci intorno. Il resto è un corollario che si compone attorno al concetto di base". Con questa introduzione, il presidente del Gruppo Giovani dell'Unione Industriale di Torino, Alberto Lazzaro, ha messo in chiaro lo scenario che le nuove generazioni dell'imprenditoria proiettano sul futuro della città. Un dossier che dunque appoggiano sulla scrivania del futuro sindaco e che hanno sottoposto a Paolo Damilano (centrodestra), Stefano Lo Russo (centrosinistra) e Valentina Sganga (Movimento Cinque Stelle) in occasione del confronto ospitato alle Ogr.


[Alberto Lazzaro, presidente del Gruppo giovani imprenditori di Torino]

E ha messo in chiaro anche le regole del gioco. "Non dubbie vie di mezzo: si può scegliere o il modello della piccola cittadina vivibile, oppure una grande metropoli alla ribalta internazionale. Se ne scelga una, però. E non si cerchino responsabilità altrui o soluzioni di comodo, né tematiche che tanto sono nazionali e quindi non competono al futuro sindaco della città".

Infrastrutture: la Tav (e relative posizioni), ma non solo

La cornice è quella che vede i fondi in arrivo del Pnrr, ma anche altre risorse europee e un passato recente che lascia cicatrici profonde. "Ma servirà un'amministrazione che continui sul binario di un bilancio virtuoso - spiega Sganga -. La strada, però, è confermare i buoni rapporti avuti in questi anni dal nostro Comune con i Governi che si sono susseguiti a Roma. Torino ha filiere ed energie tali da essere già grande: deve solo affermarlo e ribadirlo". E sul tema Tav non si nasconde (peraltro di fronte a una platea la cui posizione è chiara): "Sono personalmente contraria alla Torino-Lione, ma non sono contraria al tema delle infrastrutture: soprattutto quelle che collegano centro e periferie della città, come la metropolitana, riqualificando quei quartieri. Lione, per dire, ha 4 linee di metropolitana".

"Noi sulla Tav ci siamo - si posiziona invece Lo Russo -, ma ci sono ritardi e necessità che riguardano anche i collegamenti con la Liguria, così come quelli con Caselle, ovviamente comprendendo anche la metropolitana. E poi le infrastrutture immateriali, come quella digitale e la banda larga su territori che, in provincia di Torino, se sono completamente sprovviste". E sui fondi europei "Al momento non siamo assolutamente pronti, a cominciare da norme vigenti che per la complessità enorme rendono impossibile la concreta applicazione delle risorse".

"Utilizzare i fondi del Pnrr vuol dire avere progetti di qualità. Servono persone competenti e capaci ed è la squadra che vorrei formare per la nostra città - dice Damilano -. Torino deve tornare a vedere investimenti sulle infrastrutture, di ogni tipo. Ma anche sull'edilizia".

Una città per i giovani. "Oggi si perdono 500 residenti al mese"

Sullo spazio ai giovani, ovviamente, tutti d'accordo. Ma Lo Russo ricorda come Torino perda "500 residenti al mese, non è più un obiettivo da raggiungere, ma una terra di transito. E l'età media è alta quasi quanto Genova, ai vertici italiani". Sia il candidato del centrosinistra che quello di centrodestra puntano a nuovi spazi nel lavoro e nell'economia per le nuove generazioni, anche facendo leva sugli atenei. Dei tre, la più giovane è proprio Sganga: "Dopo la laurea, non avessi scelto la politica, sarei andata via. Questo perché mancano le occasioni e le opportunità, nonostante le formazioni di eccellenza".

Torino, città in decadenza?

Non mancano però le critiche alla città: saranno loro i primi banchi di prova del futuro padrone di casa di Palazzo Civico. "Torino sta scontando un deficit di immagine", dice Lo Russo. "Ma se il prodotto è buono, lo vendi. Ed è il caso della nostra città. Abbiamo perso posizioni e diamo l'idea di essere in decadenza. In certe cose lo è, come nella desertificazione commerciale. Ma per questo serve dare sostengo alla micro impresa e curare lo spazio pubblico. Il commercio di vicinato è il cuore di questo ragionamento, a partire dai centri commerciali naturali".

"Torino non è in decadenza, ma si sottovaluta
- incalza Sganga -. Ha dei problemi da affrontare, come il commercio, ma anche la manutenzione stradale. Noi più di un assessore al commercio vorremmo una figura che si occupa in maniera specifica di mercati e piccoli negozi. Sono presidi che danno sicurezza fisica e sociale, nei quartieri".

Damilano giudica troppo severi i giudizi negativi sulla città. "Voglio pensare siano uno sprone a fare meglio. Ma non è accettabile che ci siano zone in cui si ha paura a camminare. Serve lavoro, servono infrastrutture, ma anche sicurezza. E poi bisogna saperla promuovere.

Ricomincio da tre (per rilanciare Torino)

"Impegnarsi, analizzare i problemi, promuovere la città nel mondo". Per Damilano sono le tre parole chiave da cui ripartire, per Torino. Lo Russo punta su "lavorare", "ricucire, facendo squadra, come in occasione delle Olimpiadi" e "investire": in competenze, dal punto di vista psicologico e sulla città. Mentre Sganga sceglie "partecipare, aprendo ai cittadini e alle categorie i meccanismi di concertazione", quindi "rimettere al centro le fasce più svantaggiate, a cominciare dai giovani e dalle donne".

Lotta alla burocrazia

Nel mirino poi finisce la burocrazia ("È difficile promuovere una città che impiega 6 mesi per fare una carta di identità o dove servono migliaia di euro di consulenze per confrontarsi con la macchina pubblica, ormai medievale, con meccanismi che non sono quelli di un'impresa", dice Lo Russo). E anche Sganga condivide la doppia velocità tra amministrazione e necessità di imprese e cittadini. "Una sfida che va affrontata con personale giovane e pronto, assunto nel minor tempo possibile in una macchina comunale che attualmente è sotto organico".
E Damilano parla da imprenditore: "Serve un rinnovamento, nella macchina amministrativa. Vogliamo far migrare il nostro entusiasmo anche in quel mondo".

 

Provincia o città metropolitana (a cominciare dai grandi eventi)?

Infine, impossibile non parlare di Città Metropolitana (altro incarico che investirà il primo cittadino di Torino. "Non ho mai condiviso la riforma delle Province, ma serve un'organizzazione che renda più efficiente l'amministrazione di un'area così vasta, dividendo anche il peso e le responsabilità che ora gravano ancora sul Comune di Torino", dice Sganga. Mentre sull'effetto dei Grandi Eventi, "non possono che avere ricadute positive anche ai Comuni vicini".
Damilano dubita dell'opportunità "di fare del sindaco di Torino anche il sindaco metropolitano. Mentre sugli eventi, possono essere un volano per mescolare eccellenze e territori, valorizzando anche ricchezze e patrimoni che difficilmente riescono a essere promosse in maniera adeguata".
E Lo Russo conclude: "Abbiamo l'esigenza di ripartire anche attraverso i grandi eventi: c'è tanta nostalgia delle code davanti ai musei e dalle occasioni di grande richiamo si possono ottenere benefici per il territorio. Sull'area metropolitana, è inevitabile che si tratti di un sistema che ha processi economici, culturali e sociali molto più ampi della singola città: può essere la chiave per ragionare in prospettiva, per il successo del territorio".

Massimiliano Sciullo

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