Attualità - 27 gennaio 2021, 11:01

Giornata della Memoria, Appendino al cimitero ebraico: "Fermiamo sul nascere ogni atrocità" [FOTO]

Commemorazione della Città di Torino, della Regione Piemonte e della Comunità Ebraica di fronte alla lapide in memoria dei 400 ebrei deportati

Le celebrazioni al Cimitero Monumentale di Torino per la Giornata della Memoria 2021

E' stata una commemorazione contenuta, nel rispetto delle norme anti-Covid, ma pur sempre necessaria e sentita, quella che ha visto le istituzioni riunirsi oggi al Cimitero Monumentale di Torino, in occasione della Giornata della Memoria.

Di fronte all'imponente lapide che omaggia i 400 ebrei torinesi deportati nei lager, hanno presenziato per un breve ricordo la Città, con la sindaca Chiara Appendino e l'assessore Marco Giusta, la Regione Piemonte, rappresentata dall'assessore Andrea Tronzano e dal consigliere Mauro Salizzoni, e la Comunità Ebraica, con il suo presidente Dario Disegni

Niente corteo, dunque, ma solo la benedizione del coordinatore dei diaconi Marco Allara ai Cippi delle Associazioni AIED (Associazione ex deportati) e Anei (Associazione nazionale ex internati), presso il Campo della Gloria dove sono sepolti i partigiani.

Non hanno potuto partecipare, sempre per motivi legati all'emergenza sanitaria, i ragazzi della Scuola Ebraica con i racconti delle loro famiglie, ma il punto di vista giovanile l'ha portato la studentessa Giulia Scarpante, che, assieme all'Associazione Deina, accompagna generalmente gli studenti ad Auschwitz nell'ambito dell'iniziativa "Il treno della memoria", quest'anno sospesa.

"Raccogliamo dai ragazzi che accompagniamo in viaggio polvere da trasformare in restituzione, racconto, azione. La facciamo diventare nuova testimonianza, svolta da generazioni più giovani, che non hanno vissuto sulla pelle la deportazione, ma che scelgono di provare a portarla con sé", ha detto Scarpante, ricordando la sua prima visita nel campo di Birkenau. "Dobbiamo cercare di non voltare le spalle e andare avanti e basta, ma di fare in modo che questo pezzo di storia non venga dimenticato e che diventi proprietà anche di chi potremmo dire ne sia scollegato".

"Io penso che quelle vicende, quei fatti che hanno disgraziatamente trovato spazio nella storia, attraverso la memoria, debbano essere destinati al confino storico - ha detto Appendino - Ecco dunque che per farlo è necessario che la memoria si faccia anche strumento, e divenga mezzo di indagine di quei fatti. E, soprattutto, mezzo di riconoscimento dei semi, di quelle atrocità".

E ha poi ricordato il recente assalto a Capitol Hill, simbolo di un'usurpazione senza precedenti all'interno della democrazia statunitense, alimentata da razzismo e discriminazione. "Voglio ribadire - ha concluso - come tutte e tutti dobbiamo essere uniti nel rifiuto di simili derive. E, soprattutto, dobbiamo essere guardiani di valori, pronti a riconoscere nascenti aberrazioni e a fermarle sul nascere".

Manuela Marascio