La tecnologia beacon come nuovo strumento per condividere informazioni su edifici e monumenti storici di Torino con i visitatori in transito per le vie della città. È questa l’ultima strategia di comunicazione culturale e turistica pensata dalla Città nell’ottica di un piano di valorizzazione, in particolare, delle residenza sabaude e dei beni Unesco.
Inizialmente studiato per informare il pubblico sulle norme di sicurezza durante i grandi eventi, il sistema viene ora riconvertito e messo al servizio dei gioielli di maggiore interesse turistico del nostro territorio. Da sperimentare proprio in questo periodo “di magra”, dove i visitatori sono ben pochi a causa dell’emergenza sanitaria.
Così l’assessore all’innovazione Marco Pironti: “Abbiamo immaginato un sistema di comunicazione tra il patrimonio culturale e l’utente, sfruttando questo periodo di implementazioni tecnologiche per anticipare i tempi. L’idea è di usare gli strumenti a nostra disposizione affinché il dialogo tra l’osservatore e il bene storico sia più facile”.
I beacon sono piccoli dispositivi che funzionano con tecnologia bluetooth. Posizionati in punti strategici di interesse, consentirebbero in questo caso l’invio di notifiche e pop-up all’utente mediante una app gratuita da scaricare sul proprio smartphone. In base alla geolocalizzazione, le microtecnologie forniscono al fruitore contenuti digitali già esistenti nel database impiegato dagli uffici turistici del Comune, indirizzando al meglio il suo tour.
Inoltre, a seconda della lingua impostata sul dispositivo mobile, i beacon sono in grado di filtrare le pagine da linkare in base alla nazionalità del turista. Tra i servizi offerti, anche il suggerimento dei percorsi migliori e più veloci - a piedi, in bici, in bus o in auto - per raggiungere i luoghi scelti.
“Sono strumenti poco invasivi, non impattanti - precisa Pironti -. I contenuti dell’app devono essere naturalmente sempre aggiornati, adeguati ai nuovi dispositivi e attrattivi anche per quegli utenti meno abituati a questo genere di tecnologie. Siamo convinti possa essere un’ottima modalità di fruizione dei nostri tesori artistici e architettonici anche dopo la pandemia”.
Una sperimentazione scalabile anche a livello regionale, coinvolgendo siti come la Reggia di Venaria o la Palazzina di Caccia di Stupinigi. Il tutto, ovviamente, nel rispetto della privacy e dei dati sensibili degli utenti.
“Le risorse del nostro territorio - commenta l’assessora alla cultura Francesca Leon - hanno bisogno di strumenti che permettano di intercettare al meglio le persone. È importante che siano accessibili a tutti nel modo più semplice possibile”.
E, proprio sull’accessibilità, la presidente del Centro Unesco di Torino Maria Paola Azzario ha ribadito una questione fondamentale: “Per quanto la proposta mi sembri completa, la tecnologia non esclude la segnalazione, mediante targa di riconoscimento, di un bene patrimonio dell’umanità, come da noi già proposto in passato”.
La società Solver si era infatti resa disponibile all’installazione di Qr code accanto alle palette informative in corrispondenza dei monumenti. Un’idea già suggerita da Augusto Montaruli della Circoscrizione 8 e poi avvallata mediante due atti del consigliere Francesco Tresso in Comune. Ma ora la strada intrapresa dalla giunta sembra propendere per l’interazione attiva con il visitatore a passeggio, forse maggiormente stimolato ad approfondire le proprie conoscenze mettendole in rete.
Favorevoli anche la direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella - che annuncia un'ulteriore apertura dei giardini di Palazzo Reale a giugno - e il direttore della Reggia di Venaria Guido Curto: "Questo sarà l'anno della svolta green", dice, "ben venga fare sistema tra le residenze".