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Cultura e spettacoli | 23 dicembre 2020, 09:33

Un aspirante attore che parla il linguaggio della crisi: ecco il film d'esordio del torinese Bertuol

Partito il crowdfunding per finanziare la post produzione di "Il Vaso", interamente autoprodotto e girato a Torino e provincia

partito il crowdfunding per il film il vaso

Una scena del film "Il Vaso", di Michael Bertuol Mingrone

E' online da qualche giorno la campagna di crowdfunding per finanziare la post produzione di Il Vaso, lungometraggio d'esordio del regista torinese Michael Bertuol Mingrone. Un progetto di natura sperimentale e indipendente, nato nel 2019 con l'obiettivo di dimostrare le potenzialità di un nuovo tipo di cinema, svincolato dalle grandi produzioni e realizzabile con un budget ridotto, ma non per questo qualitativamente inferiore.

Il protagonista del film è un aspirante attore di mezza età (Massimiliano Moriotti), ormai stanco e disilluso, che, dopo svariati tentativi mai decollati di calcare le scene, improvvisamente si ritrova di fronte all'ultima occasione possibile per raccogliere e riunire i cocci della sua vita.

Una storia realista, intrisa di vita vissuta, che parla il linguaggio comune di tanti operatori dello spettacolo alle prese con una doppia vita, un solo stipendio e innumerevoli progetti lasciati nel cassetto. 

"Abbiamo puntato sulle difficoltà e la crisi attuale degli artisti - spiega il regista, ventisettenne, alla sua prima prova cinematografica dopo un'intensa gavetta tra videoclip musicali e istituzionali -, utilizzando la parabola del sogno della recitazione a nostro favore e sfruttando la situazione del momento. Il protagonista dovrà vincere i fantasmi del passato, fare i conti con il proprio disincanto e mettere in discussione alcuni elementi del suo quotidiano, a cominciare da un lavoro alienante e da certi rapporti d'amicizia ormai logori".

Il titolo allude alla tecnica orientale del kintsugi: in Giappone, quando un oggetto in ceramica si rompe, lo si ripara con l’oro, perché un vaso rotto può divenire ancora più bello di quanto già non lo fosse in origine. Questo mondo è un vaso pieno di crepe, e noi ne siamo i cocci - racconta Bertuol -In questo scenario, una storia semplice, quotidiana, di un uomo comune, diventa un messaggio di vitale importanza. In un momento storico in cui gli artisti di molti settori sono chiusi in casa o impossibilitati a lavorare, c'è chi pensa di mollare o di aver sbagliato tutto, chi rimpiange il passato e si dispera, immaginando un futuro ancora più nefasto".

Ma, in contrasto con un panorama di per sé desolante, Il Vaso cerca proprio di veicolare una rinnovata speranza, una via d'uscita, o perlomeno uno spunto di riflessione capace di arrivare a tutti.

Il film, completamente autoprodotto, è stato girato in circa 12 giorni a Torino e provincia, con maestranze del territorio, e ha avuto, sin dai primi passi, il supporto logistico di Film Commission Torino Piemonte. Tra le location scelte, il cinema Lumière di Pianezza, il Cimitero Monumentale del capoluogo, Venaria, la collina, il Quadrilatero e Porta Palazzo. 

Nel cast, tanti volti noti nel panorama teatrale e cinematografico locale, come Filippo Locantore, Alberto Barbi, Giorgia Cerruti e Mara Scagli

Il primo ciak risale a ottobre 2019: oggi, 14 mesi più tardi, dopo ben due lockdown e la pandemia ancora in corso, il lavoro di produzione sta finalmente giungendo al termine.

Ma gli ostacoli, durante il lungo periodo di emergenza sanitaria, sono stati tanti. Per questo il team ha deciso di attivare una raccolta fondi su produzionidalbasso.com (fino a marzo 2021) per sostenere gli ultimi step: sound design, colonna sonora originale, color correction, locandine e credits. 

Sul sito e sui social è anche visibile il trailer del film. 

"In primavera vorremmo far girare i film in alcuni festival, e abbiamo già preso contatti per la distribuzione - conclude Bertuol -. Speriamo nella riapertura dei cinema, diversamente punteremo sullo streaming". 

Manuela Marascio

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