/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 13 novembre 2020, 15:28

I lavoratori della sanità in rivolta: "Morale a terra, servono nuove assunzioni per fronteggiare la seconda ondata" [VIDEO]

Presidio alle Molinette e davanti agli ospedali piemontesi. Si fermano anche gli addetti ai multiservizi: "Svolgiamo lavori umili, che non si vedono, ma sono fondamentali perché gli ospedali vadano avanti"

I lavoratori della sanità in rivolta: "Morale a terra, servono nuove assunzioni per fronteggiare la seconda ondata" [VIDEO]

Si respira un clima di rabbia e malcontento tra i lavoratori della sanità piemontese. Si spiegano così le decine di presidi che questa mattina hanno animato la vita fuori dai principali ospedali della regione.

Le richieste dei lavoratori sono sostanzialmente quattro: nuove assunzioni di personale, stabilizzazione dei lavoratori assunti per l’emergenza a tempo determinato, sicurezza sul lavoro e contratti.  “Siamo qui a manifestare per la richiesta di assunzioni di personale nel servizio sanitario regionale: possiamo pensare di contrastare il virus aprendo mille strutture, ma serve che qualcuno le gestisca” spiega Massimo Esposto (Funzione Pubblica Cgil). “In questi anni - prosegue il sindacalista - abbiamo perso moltissimi infermieri, tecnici sanitari e dirigenti medici. Chiediamo di stabilizzare chi è stato reclutato per l’emergenza, serviranno anche un domani. Pretendiamo che salute e sicurezza siano garantite nei luoghi di lavoro, serve la massima attenzione”.

A incidere sull’umore e quindi sulle energie mentali e fisiche del personale sanitario, vi sarebbero delle mancanze nella gestione e nella mancata programmazione in vista della seconda ondata: “Alla Regione avevamo chiesto che in estate venissero fatti i tamponi al personale, si è iniziato troppo tardi, a settembre. Era necessario reclutare personale, sapevamo che quest’ondata sarebbe durata di più: l’umore è a terra, pessimo”. “Ci rendiamo conto che la società ha cambiato pensiero: è finita l’epoca in cui ci chiamano “eroi”, in alcuni casi ci siamo imbattuti in negazionismi che hanno messo in dubbio il nostro lavoro” conclude Esposto.

A riprova di un malcontento diffuso, a fianco di medici, infermieri e operatori sanitari, si sono ritrovati anche i lavoratori dei multiservizi: donne delle pulizie e delle mense che hanno incrociato le braccia in tutto il Piemonte, con picchi di adesione allo sciopero del 90%: “Oggi abbiamo scioperato perché il contratto del personale che opera nei multiservizi (in Piemonte 50.000, di cui 30.000 a Torino) non si rinnova da 7 anni e mezzo” spiega Umberto Radin, di Filcams Cgil Torino. “Sono lavoratori invisibili. Chiediamo il rinnovo del contratto nazionale del lavoro in un settore composto da persone più umili, che svolgono i lavori più umili e hanno meno protezioni rispetto agli altri. La paga oraria netta è di 5,4 euro” conclude il sindacalista.

Andrea Parisotto

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium