Il mondo dei trasporti torinese non è esente dalle ricadute economiche portate dal Covid-19: sono circa 1.000 infatti i dipendenti Gtt per i quali, a partire dal 16 novembre e sino al prossimo 6 dicembre, verrà attivata la cassa integrazione.
Se l'ultimo dpcm ha fatto la sua parte, limitando fortemente gli spostamenti a bordo dei mezzi pubblici, la decisione del Comune di Torino di interrompere e attività di controllo della sosta su strada e la riduzione delle attività dei parcheggi in struttura hanno fatto il resto. L'attivazione degli istituti a sostegno del reddito riguarda principalmente il personale che svolge mansioni non direttamente coinvolte nell’erogazione del servizio di trasporto: personale dei parcheggi, sorveglianti, uscieri, addetti di piazzale e personale amministrativo. La percentuale di attivazione della cassa integrazione tra il 20% e il 50% e dipende dalle esigenze dei diversi settori in termini di riduzione delle attività e necessità di limitare la compresenza. Per il solo personale addetto al controllo delle strisce blu si arriva ad un massimo del 100%.
La ferma volontà di Gtt è quella di far sì che la cassa integrazione non tocchi in nessun modo il personale di esercizio e di manutenzione e quindi il servizio.
Il calo dei passeggeri è evidente: il livello medio si è assestato al 25% in metropolitana e al 40% in superficie, sulle linee più frequentate e nelle ore di punta.D’altra parte, secondo quanto previsto dal DPCM del va rispettata la capienza massima del 50%. Per questo GTT manterrà il livello del servizio di trasporto al 100%, potenziandolo nelle ore di punta e interverrà invece sulle corse scolastiche in ambito urbano ed extraurbano laddove i plessi scolastici non accolgono studenti. Saranno garantite sui percorsi extraurbani tutte le corse non specificamente scolastiche.