Economia e lavoro - 23 settembre 2020, 12:10

Rettifica tangenziale: cosa è e campi d'impiego

Si tratta di un processo molto preciso e di finitura impiegata solo in determinati settori

La rettificatrice, o più comunemente chiamata rettifica, come la lavorazione che effettivamente svolge, è una macchina utensile usata in larga scala nel settore della meccanica di precisione, al fine di portare qualsiasi componente nel suo stato di forma o superficie ottimale previsto dal progetto. Infatti per lavorazione di rettifica si intende un'operazione che avviene mediante l'abrasione esercitata da una mola.

È un processo molto preciso e di finitura, che avviene in seguito alla sgrossatura, ovvero alla eliminazione del grosso di residui dal pezzo di metallo lavorato. Viene impiegata solo in determinati settori che necessitano di una lavorazione al millimetro estremamente precisa. La rettifica è una lavorazione molto di nicchia e questo la rende molto costosa da eseguire. Abbiamo chiesto ai tecnici specializzati di un’azienda specializzata da quarant’anni nella meccanica di precisione e nelle lavorazioni di rettifica tangenziale, di illustrarci come è costituita una macchina rettificatrice, per capire come svolge il suo lavoro, e quali sono le diverse tecniche di rettifica e campi d'impiego.

La rettificatrice: come è fatta

La macchina rettificatrice è formata da un banco o bancale, sul quale verrà appoggiato il pezzo che si intende lavorare, e sul quale poggia il montante verticale. I pezzi sono assicurati al bancale tramite elettromagneti oppure fissati meccanicamente con staffe e bulloni. Sul bancale sono presenti anche tutti i vari comandi della macchina, come ad esempio quelli che permettono il movimento del mandrino portamola e della tavola porta pezzo. Il mandrino è una parte fondamentale di ogni macchina utensile che esegue lavori di precisione. Solitamente, è realizzato in lega di acciaio ad alta resistenza, ed è proprio lui che rende possibile tutte le operazioni di abrasione del pezzo tramite la mola.

Tutti i comandi di movimento sono controllati da un circuito oleodinamico che rende gli spostamenti delle parti molto fluide e morbide, senza incorrere a movimenti macchinosi e a scatti, tipici di una trasmissione ad ingranaggi. Inoltre i mandrini da rettifica non devono avere una coppia elevata, come ad esempio quella delle fresatrici, per evitare di creare superfici non uniformi durante l'abrasione. Per la rettifica di superfici piane, con l'asse del mandrino in posizione verticale, vengono usate delle mole a tazza, le quali renderanno tutta l'operazione molto più veloce, garantendo un ottimo risultato. L'unico inconveniente potrebbe essere rappresentato dalle tracce di passata della mola sulla superficie stessa. Se invece il mandrino è in posizione orizzontale si utilizzeranno delle mole a disco con azione periferica, che permetterà di lavorare anche scanalature ed alberi scanalati.

Diverse tipologie di rettifica

Sul mercato potrete trovare svariate tipologie di macchine rettificatrici, ognuna delle quali si differenzia dall'altra per la tipologia di rettifica che esegue. La tipologia di lavorazione - e l'utensile usato - cambiano in base al tipo di pezzo sul quale si vuole lavorare, alla sua superficie e direzione, lungo la quale la mola si dovrà muovere rispetto allo stesso pezzo. Si spazia dalla rettifica cilindrica a quella a tuffo, per poi passare alla rettifica in piano, verticale o senza centri. In conclusione, è possibile trovare un tipo di lavorazione adatta per qualsiasi richiesta del committente e per realizzare superfici coniche, cilindriche, piane, spallamenti, scanalature e filetti. Nonostante l'ampia varietà di rettifiche che si possono eseguire, la più comune rimane la rettifica tangenziale.

Rettifica tangenziale per rifinire e lavorare superfici piane

La rettifica tangenziale, o anche detta rettifica per piani, è un’applicazione pratica molto frequente, solitamente usata per ottenere superfici uniformi e con rugosità molto bassa, circa 5 micron, che non sono ottenibili con le normali lavorazioni di fresatura. In questa lavorazione meccanica l'asse della mola, cioè il pezzo che esercita l'operazione di abrasione, è parallelo alla superficie di lavoro, e di conseguenza alla parte da lavorare. Infatti, il pezzo non avrà nessun moto rotatorio, come invece avviene nella rettifica a tuffo, ma si muoverà lungo l'asse del piano della macchina, facendo semplicemente avanti e indietro.

Il pezzo in lavorazione, muovendosi lungo la lunghezza del piano, entrerà a contatto con la mola, la quale effettuerà l'operazione di abrasione, ovvero di rettifica. Esistono però due diversi tipi di rettifica tangenziale, che si differenziano in base al posizionamento del pezzo da lavorare e della mola. Il primo tipo, che è anche quello più comune ed utilizzato, è quello tangenziale normale, dove come detto in precedenza, la mola è posizionata parallelamente al piano di lavoro. Il secondo invece, meno comune, consiste nel posizionare la mola perpendicolarmente al piano, in modo tale da consentire la rettifica della parte frontale del pezzo. Una pratica frequentemente utilizzata è quella di, una volta rettificata una delle superfici, girare il pezzo dall'altro lato e di portare a misura anche questo. Così facendo, si garantisce il perfetto parallelismo tra le due facce rettificate. Le moderne macchine rettificatrici sono basate sul controllo numerico, che le rende autonome nel lavoro ed estremamente precise.