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Economia e lavoro | 04 settembre 2020, 06:55

Il Governo ha deciso: a Torino la sede dell’Istituto Italiano per l’intelligenza artificiale

Grande soddisfazione di Chiara Appendino: "Che l’Intelligenza Artificiale sia una delle frontiere del futuro è fuor di dubbio". Intanto Milano candidata italiana al Tribunale dei brevetti Ue

Il Governo ha deciso: a Torino la sede dell’Istituto Italiano per l’intelligenza artificiale

Il Governo sceglie Torino. Sarà il capoluogo piemontese la città a ospitare l'Istituto italiano per l'intelligenza artificiale (I3A).

La decisione va a premiare il percorso della Città e  del suo intero ecosistema innovativo in un ambito strategico per l’intero Paese, quale è l’intelligenza artificiale: un percorso che ha consentito di consolidare le eccellenza già esistenti nel capoluogo piemontese in tema di ricerca e trasferimento tecnologico, facendo leva su settori economici e produttivi storicamente strategici per la città e creando le condizioni per attrarre nuovi investimenti, anche in infrastrutture. Concretamente parlando, una volta a regime, saranno 600 le persone impiegate nella sede di Torino, con circa 80 milioni di euro all'anno di budget.

L'obiettivo dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A) - uno dei tasselli principali della strategia definita dal Ministero per lo sviluppo economico (MISE) in ambito AI - è quello di creare una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico capace di attrarre talenti dal “mercato” internazionale e, contemporaneamente, diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’AI in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici (tra cui 5G, Industria 4.0, Cybersecurity).

I settori principalmente coinvolti saranno quelli della manifattura e robotica, IoT, sanità, mobilità, agrifoood ed energia, Pubblica amministrazione,  cultura e digital humanities, aerospazio.

Soddisfatta, ovviamente, la sindaca di Torino, Chiara Appendino: "Ora, la scelta di Torino come sede italiana dell’Istituto per l’Intelligenza Artificiale è, a un tempo, traguardo e punto di partenza in questo percorso". "Che l’Intelligenza Artificiale sia una delle frontiere del futuro è fuor di dubbio. Su di essa si stanno progettando tecnologie di avanguardia che potranno migliorare concretamente la vita di ognuno di noi. Sviluppi per alcuni aspetti anche difficili da immaginare, ma molto più vicini e concreti di quanto possiamo pensare" ha proseguito la sindaca. La prima cittadina è poi tornata sul percorso che ha reso possibile questa vittoria sabauda: "La scelta di Torino a sede dell’I3A è stato un risultato frutto della collaborazione tra tutti gli attori del territorio pubblici e privati, istituzioni, associazioni di categoria, imprese ed enti, compresa l’Arcidiocesi di Torino, coinvolgimento non secondario in quanto anche  gli aspetti etici delle applicazioni dell’intelligenza artificiale dovranno rappresentare elementi caratterizzanti per le attività del nascente istituto. Nella realizzazione dell’I3A saranno coinvolti tutti i principali stakeholder del territorio".

Che l'Istituto Italiano per l'Intelligenza Artificiale metta d'accordo tutti, senza distinzioni, lo si evince da quanto dichiarato da Stefano Lo Russo, capogruppo del Partito Democratico: "L'arrivo a Torino dell'Istituto Italiano per l'Intelligenza Artificiale è un ottima notizia per il nostro sistema accademico e per quello produttivo.Università, Politecnico e Imprese costituiscono valori essenziali per la nostra Città che verranno ulteriormente arricchiti e incrementati". "È questa la stagione infatti in cui occorrono investimenti pubblici in ricerca e sviluppo e politiche capaci di creare occupazione qualificata. Lavoro, questo serve a Torino" spiega l'esponente dem.

Chi ha sempre creduto in questa scelta è Don Luca Peyron, direttore della pastorale universitaria della diocesi di Torino: “Non è la conclusione di un percorso, ma l’inizio di un percorso. La profezia è diventata realtà. Ora sarà importante tenere conto di tre pilastri fondamentali: il processo incisivo che ha portato a questo risultato deve diventare il fulcro di quest'avventura. La sede dovrà essere un istituto di eccellenza, non può diventare una cattedrale nel deserto. Infine, l'aspetto etico e valoriale, indispensabile motore di questo centro". Peyron poi non si dispera sul fatto che sia stata Milano a essere scelta come candidata italiana al Tribunale dei brevetti Ue: "Per un imprenditore di Boston, Torino e Milano sono la stessa cosa. Non vi è differenza: bisogna collaborare".

Il Governo, di fatto, ha scelto per la par condicio: una cosa a Torino, l'altra a Milano, che dovrà comunque giocarsela con Parigi, Monaco e una città spagnola da definire. Per il capoluogo piemontese si tratta di una grandissima possibilità di sviluppo.

Andrea Parisotto

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