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In Breve

| 24 maggio 2020, 09:00

Villa Capriglio: la villa maledetta del torinese

Diverse le leggende al riguardo: messe nere, violenze ma anche sparizioni complete alla luce della luna piena

Villa Capriglio: la villa maledetta del torinese

La 127 verde prato arrancava su per la collina. Giovanni era andato al Sant’Anna a prendere Lucia e il loro piccolino appena nato.

La strada era scivolosa a causa della neve caduta pochi giorni prima, spifferi di aria gelida entravano nell'abitacolo, mentre le ombre si allungavano e il sole si preparava a tramontare.

Lucia, stretto il piccolo in una copertina, tremava per il freddo ma anche per la paura, "Sarà una brutta notte" disse fissando il tetto della villa che s'intravedeva più su lungo la strada. "Non dire sciocchezze, siamo quasi negli anni '80 e tu credi ancora a queste cose?" le rispose il marito seguendo il suo sguardo. "E poi passeremo la villa prima che faccia buio, non temere" si addolcì accarezzando il capo del figliolo. "Se lo dici tu" sospirò lei, poco convinta, cresciuta com’era con i racconti spaventosi della nonna che aveva sempre abitato poco distante.

Gli ultimi raggi del sole si mischiavano con la nebbia che saliva dalla terra bagnata, quando l'auto arrivò all'altezza della Villa maledetta. La moglie chiuse gli occhi e, mormorando una preghiera, strinse al petto il suo piccino. Il marito fissava la strada che saliva. "Non guardare, mi raccomando" lo ammonì la donna, lui annuì ma poi voci sottili sedussero le sue orecchie e, come in trance, si girò verso la casa. Fu a quel punto che il fiato gli mancò per lo spavento e la meraviglia.

Per un attimo le finestre di Villa Capriglio, abbandonata da anni, si accesero all'unisono. Poi, i raggi della luna piena appena sorta illuminarono i muri e questi presero a dissolversi, come fumo che sale al cielo o, più probabilmente, fango che sprofonda all'inferno. "Vai, vai, che stai facendo?" urlò Lucia ancora con gli occhi chiusi sentendo la macchina che rallentava fin quasi a fermarsi. Il marito, come ripreso il controllo di sé, schiacciò l'acceleratore. Mentre la 127 scattava in avanti e il bambino scoppiava a piangere, Giovanni continuò ad osservare lo spazio vuoto, che prima ospitava la villa, attraverso lo specchio retrovisore.

Solo quando si trovarono a poco più di 200 metri da casa e il bambino si era finalmente calmato, Lucia trovò il coraggio di chiedere al marito "Hai sentito le voci, vero?" "Sì" "E cos'hai visto?" "Niente, non ho vito niente".

Villa Capriglio  è la “casa maledetta”, per eccellenza, dei dintorni di Torino. Si trova lungo la strada tra Chieri e Pino Torinese e a quest’edificio sono legate numerose leggende: messe nere, violenze ma anche la completa sparizione della villa durante le notti invernali di plenilunio.

 

Rossana Rotolo

 

Foto di Alessandro Bonvini, CC BY 2.0

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