/ Attualità

Attualità | 09 gennaio 2020, 07:05

Canottieri Armida, planimetria sbagliata: sospesa l’esternalizzazione dell'impianto sul Po

Un errore nella planimetria rallenta il processo di esternalizzazione dell'impianto stabilito dalla Giunta Appendino

Canottieri Armida, planimetria sbagliata: sospesa l’esternalizzazione dell'impianto sul Po

Tanto cara mi fu quella planimetria. Si potrebbe sintetizzare così l'improvviso stop avvenuto nelle sale di Palazzo Civico al processo di esternalizzazione del Circolo Armida.

La struttura di viale Virgilio 45, nel cuore del parco del Valentino, da 150 anni è un punto di riferimento per gli amanti del canottaggio a Torino e, più in generale, in Italia. Una realtà capace di fornire atleti alla nazionale italiana, campioni del mondo e partecipanti alle olimpiadi, che dal 2016 si ritrova con la concessione scaduta. Da qui la volontà dell'amministrazione di porre fine a questa situazione d'empasse: il 12 luglio scorso, il Servizio Gestione Sport ha approvato la gestione dell'impianto all'A.S.D Società Canottieri Armida fino al 31 marzo 2020 e contestualmente ha approvato l'esternalizzazione dell'impianto con pubblicazione del relativo bando di gara.

Tutto si è però interrotto a causa di una planimetria sbagliata. La commissione consiliare preposta ha infatti sospeso l'iter: alcune aree, pur essendo presenti fisicamente, non risultano nelle carte del catasto. Un problema non da poco, soprattutto se si considera la stretta contro le strutture abusive al Valentino e la zona, storicamente soggetta ad alluvioni. Di fatto, lo stop burocratico rischia di rallentare di diversi mesi l'esternalizzazione, dal momento che bisognerà per forza rifare anche la valutazione patrimoniale. Trattandosi di una struttura costruita persino prima dell'unità d'Italia, l'ipotesi che molti documenti siano difficilmente rintracciabili è più verosimile di quanto non si voglia credere.

Polemico Silvo Magliano, capogruppo dei Moderati, che chiede a gran voce un piano d'azione complessivo per quanto concerne il parco del Valentino: "La Città di Torino smetta di mettere a bando strutture non completamente accatastate (con responsabilità totale, in caso di incidenti, per il concessionario). È grave che questa situazione vada avanti da decenni. È altrettanto grave la mancanza di comunicazione, candidamente ammessa a verbale, tra Giunta e Uffici. Per la rinascita del Valentino serve un piano d’ambito complessivo e organico. Le Istituzioni siano le prime a rispettare le regole".

Amarezza anche da parte di Gian Luigi Favero, presidente della Società dei canottieri. "Se dovessimo vincere il bando, il canone si aggirerebbe intorno ai 50 mila euro all'anno o poco meno. Noi abbiamo tutta l'intenzione di rimanere lì dove siamo, di fare i lavori che servono, ma serve chiarezza". Nel bando infatti è previsto che la manutenzione ordinaria e straordinaria sia a carico del concessionario: una condizione accettata dall'Armida, che non vorrebbe però ritrovarsi in situazioni di illegalità al termine di un iter così lungo e complesso.

"Siamo il canottaggio a Torino. Dai campioni all'attività sportiva e sociale con ragazzi disabili, senza contare i danni delle alluvioni di cui ci siamo fatti carico: abbiamo fatto tanto e vogliamo fare ancora tanto", conclude speranzoso Favero. Di certo il Circolo Canottieri potrà proseguire e concludere la stagione sportiva, come previsto dagli accordi presi con il Comune.

Per il bando, invece, bisognerà aspettare ancora un po', piantine catastali e planimetrie permettendo.

Andrea Parisotto

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium