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Economia e lavoro | 16 novembre 2019, 05:30

Un semestre da record per l'export dei Distretti piemontesi, ma anche i "primi della classe" temono dazi Usa e turbolenze cinesi

Il secondo trimestre del 2019 mostra una crescita del commercio con l'estero di 199 milioni, pari a +7,4%, mentre il Piemonte nel suo insieme arretra dell'1,6%. Ma soffre la meccanica di Torino

Un semestre da record per l'export dei Distretti piemontesi, ma anche i "primi della classe" temono dazi Usa e turbolenze cinesi

Alla faccia della crisi, delle difficoltà, dei rallentamenti e dell'automotive col freno a mano tirato. I distretti piemontesi continuano a spingere in controtendenza rispetto all'andamento dell'export regionale. E la conferma arriva dal Monitor di Intesa Sanpaolo, che per il secondo trimestre 2019 quantifica in quasi 200 milioni di euro (199 per l'esattezza) la crescita rispetto al recente passato. Un +7,4% che il Piemonte "normale" può solo sognarsi (in calo dell'1,6%), ma che è una performance migliore anche degli altri distretti italiani (in crescita del 2,8%).

Un secondo trimestre che inoltre permette ai distretti piemontesi di chiudere i primi sei mesi dell’anno con un risultato eccezionale: tutti i distretti industriali piemontesi hanno conseguito una crescita delle esportazioni, di cui sei con un tasso di crescita a doppia cifra. La crescita dell’export nel primo semestre 2019 è stata del 7,9%. In riferimento, invece al solo secondo trimestre 2019 sono 9 su 12 i distretti in crescita.

Al primo banco, il distretto Orafo di Valenza, con un incremento in valore delle esportazioni di 107 milioni di euro (+20%), ha fornito il contributo maggiore alla crescita dei distretti piemontesi nel secondo trimestre 2019. Dopo un primo trimestre di calo, infatti, l’export del distretto è ripartito riportando Valenza al primo posto tra i distretti orafi italiani. Ma anche escludendo Valenza, i distretti industriali piemontesi avrebbero registrato una crescita nel secondo trimestre 2019 del 4,3%.

Tutti in crescita sui mercati stranieri i distretti del food & beverage: Nocciola e frutta piemontese (+29,5%), Vini delle Langhe, Roero e Monferrato (+13,3%), Dolci di Alba e Cuneo (+10,7%), Riso di Vercelli (+7%) e Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+3,7%).

Meno brillanti i distretti della meccanica: negativi Macchine utensili e robot industriali di Torino (-5,5%), Macchine tessili di Biella (-2,7%), mentre migliora anche se non di molto la Rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia (+1,7%). Fanno eccezione i Frigoriferi industriali di Casale Monferrato, che grazie all’incremento dei traffici verso Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera sono riusciti a chiudere il trimestre con una crescita dell’export pari al 13,6%.

In calo l’export dei Casalinghi di Omegna (-4,1%). Sostanzialmente stabile invece il sistema moda, rappresentato dal Tessile di Biella che ha visto le esportazioni riconfermarsi a quota 558 milioni di euro.

A livello di geografica, si sono comportate bene le esportazioni sia verso i tradizionali mercati di sbocco (+7,9% la variazione tendenziale nel secondo trimestre del 2019), sia verso i nuovi mercati (+6,2%). Sono cresciute di più le esportazioni verso i mercati più lontani (+13,1%), meno quelle verso gli sbocchi commerciali più vicini (+5,5%). In particolare, i risultati sono stati ottimi in: Francia, Stati Uniti, Hong Kong, Giappone, Germania, Spagna, Austria, Lettonia e Croazia. In arretramento, invece, Svizzera (in fisiologico rallentamento dopo i balzi degli anni scorsi), Regno Unito, Cina, Australia e Polonia.

Qualche incertezza in più per la seconda metà dell'anno: a intimorire soprattutto il rallentamento dell’economia tedesca e le molteplici tensioni presenti sui mercati internazionali. Dal prossimo 18 ottobre gli Stati Uniti imporranno dazi tra il 10% e il 25% su circa 7,5 miliardi di importazioni dall’UE, colpendo le importazioni di aerei civili e diversi prodotti agro-alimentari. Gli Stati Uniti rappresentano il quarto mercato per importanza per i distretti industriali piemontesi, con un peso dell’8,8% sulle esportazioni totali del 2018. Rispetto alla lista di prodotti soggetti a nuovi dazi attualmente diffusa, il distretto piemontese maggiormente interessato dal provvedimento sarà quello dei Vini delle Langhe, Roero e Monferrato, per il quale attualmente gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato, con una quota del 20,4%. Il rischio di un rialzo dei dazi USA sulle importazioni di auto e componenti, invece, è rinviato a novembre e potrebbe avere importanti ripercussioni anche sulla filiera automotive italiana e piemontese. Contestualmente, permane il clima di tensione tra Stati Uniti e Cina, nonostante la ripresa delle trattative. Anche il rischio di una no-deal exit del Regno Unito è alto. Negli ultimi giorni si sono, inoltre, ulteriormente intensificate le tensioni in Medio Oriente. A questi rischi si aggiungono le proteste antigovernative e i disordini ad Hong Kong e le tensioni tra Giappone e Corea del Sud. In un contesto che è divenuto volatile e non più di crescita diffusa, il rischio è che l’andamento dell’export dei distretti piemontesi possa polarizzarsi tra distretti in grado di cogliere il cambiamento e le opportunità di crescita che potranno emergere in alcune aree del mondo e altri che non saranno in grado di agire rapidamente e rimarranno ingabbiati nelle eventuali chiusure e/o tensioni dei loro principali mercati di sbocco. 

“Primi nel nord ovest in termini di crescita delle esportazioni, nel secondo trimestre 2019 i distretti tradizionali piemontesi si sono distinti facendo meglio sia dei distretti italiani (in crescita del 2,8%), sia del manifatturiero piemontese (in calo dell’1,6%, penalizzato dagli arretramenti dell’automotive) e hanno raggiunto il massimo storico di export (2,9 miliardi di euro) e di saldo commerciale (1,9 miliardi di euro) per il trimestre - commenta Cristina Balbo, direttore regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo -. Il bilancio dei primi sei mesi dell’anno è eccezionale: tutti i nostri distretti hanno conseguito una crescita delle esportazioni, sei con un tasso di crescita a doppia cifra. Oro e food & beverage esprimono le migliori performance, meno brillanti invece i distretti della meccanica, che scontano gli effetti di un quadro congiunturale ancora in sofferenza nella regione. Quel che è certo è che l’export è un asset irrinunciabile: per questo ogni giorno siamo in prima linea nel sostenere l’internazionalizzazione delle nostre imprese e la ricerca di sempre nuovi mercati. L’obiettivo è favorire la crescita, nonostante il contesto critico causato dalle tensioni internazionali e dal rallentamento dell’economia tedesca. In Piemonte abbiamo circa 70.000 imprese clienti e 73 filiere che impiegano 3.000 fornitori per un volume d’affari complessivo di 6 miliardi di euro. E come sempre, nel nostro territorio non facciamo mancare il credito: nei primi 9 mesi dell’anno abbiamo erogato quasi 2 miliardi di euro a medio lungo termine a famiglie e imprese piemontesi".

Massimiliano Sciullo

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