Ci sono 200 milioni che nei mesi scorsi avevano occupato le pagine delle cronache cittadine e piemontesi: quelli che la Regione aveva "tolto" da Finpiemonte con una riduzione di capitale (200 milioni 424mila e 289 euro, per la precisione) e che sarebbero dovuti andare a sostenere azioni per la cultura, il turismo, la qualità dell'aria, le fonti energetiche, cooperazione e associazionismo, occupazione e il mondo dell'industria, PMI e artigianato. A chiederne conto alla maggioranza guidata oggi da Alberto Cirio sono i consiglieri regionali del Partito Democratico.
"Il procedimento che doveva portare ai bandi correlati era partito lo scorso anno, poi sospeso dal periodo elettorale, ma adesso è tutto fermo - dice Daniele Valle, vicepresidente della commissione Cultura -. È una scelta politica e ci chiediamo il perché. L'impressione, poi, è che buona parte dei provvedimenti promessi dalla giunta Cirio siano in realtà risorse già stanziate in passato dalla vecchia giunta, cambiando solo l'etichetta e procrastinando nel tempo".
"Sono 140 milioni di euro per l'intero comparto di ricerca, artigianato, commercio, industria e occupazione - aggiunge Raffaele Gallo, vicepresidente della terza Commissione -. E il tessuto ci chiede di partire e in fretta. Altrimenti, se queste risorse non saranno destinate, andranno a coprire il disavanzo del bilancio della Regione. Abbiamo fatto domande chiare al presidente Cirio, ma sembra fin qui che abbiamo ascoltato soltanto parole e non abbiamo visto fatti".
"Su riduzione di inquinamento e qualità dell'aria ci sono oltre 5 milioni - aggiunge Alberto Avetta -, così come altri 5 sono destinati alla riqualificazione energetica degli edifici. Nei giorni scorsi si sono spese parole a favore dell'ambiente, ma poi bisogna declinarli fattivamente. E non si capisce perché non ci sia il cambio di passo promesso da Cirio in campagna elettorale".
"Le nostre priorità sono un Piemonte che porta benessere a tutti - conclude Domenico Ravetti, presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale - e invece da martedì saremo impegnati in aula per la modifica del referendum originato da Salvini al Papeete, perché hanno fatto un errore e ora devono rendere conto al partito di maggioranza nel loro schieramento. La velocità promessa da Cirio si sta schiantando contro la sua sonnolenza".