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Politica | 02 ottobre 2018, 20:10

Il futuro di FCA a Torino: la Regione in attesa del piano industriale su auto elettriche in città

L’assessora regionale alle attività produttive Giuseppina De Santis ha risposto all’interrogazione a risposta immediata del Consigliere di Liberi e Uguali Marco Grimaldi

Il futuro di FCA a Torino: la Regione in attesa del piano industriale su auto elettriche in città

Sarà Torino il centro di progettazione e produzione della nuova 500 elettrica con motori ibridi ed elettrici e delle auto senza pilota da utilizzare per il sevizio robot-taxi.

Questo è quanto abbiamo appreso in questi giorni dai vertici di FCA ma, ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna indicazione su cosa contenga il piano aziendale e se ci saranno ricadute sul piano occupazionale del polo torinese Mirafiori-Grugliasco. Siamo in attesa di ricevere indicazioni più precise”. È quanto ha dichiarato l’assessora regionale alle attività produttive Giuseppina De Santis, rispondendo all’interrogazione a risposta immediata del Consigliere di Liberi e Uguali Marco Grimaldi.

Negli scorsi giorni, il Presidente del Gruppo FCA, intervenuto al Museo Nazionale dell'Automobile di fronte ai Cavalieri del Lavoro, ha annunciato il primo servizio di robot-taxi, dichiarando che l’azienda è pronta a lavorare sulla guida autonoma e le vetture ecologiche, "che saranno immaginate e prodotte in Italia”. Il Presidente ha spiegato che, grazie alla partnership con Google, sarà possibile la fornitura di altre 62.000 Pacifica Hybrid per il servizio taxi. Per quanto riguarda le vetture ecologiche, John Elkann ha espresso l’intenzione di lanciare una famiglia 500 'verde', rispettosa dell'ambiente, con motori ibridi ed elettrici, e immaginare e produrre queste vetture in Italia.

A maggio 2018 il Gruppo LeU, insieme al Gruppo Torino in Comune, aveva chiesto e ottenuto un consiglio congiunto aperto di Città e Regione con i sindacati e i vertici di FCA, a cui fosse invitato il responsabile delle attività europee del Gruppo, proprio per riaffermare la progettazione e la produzione di auto in Italia, con particolare attenzione alle vetture elettriche, senza pilota, condivise. L’incontro si sarebbe dovuto tenere lo scorso settembre, ma l’improvvisa scomparsa di Sergio Marchionne, che ha stravolto e accelerato la ridefinizione dei vertici di FCA, ha fatto slittare a ottobre il confronto. Nel frattempo, proprio da ieri Pietro Gorlier è responsabile della regione europea di FCA.

Nel gennaio 2018 FCA aveva annunciato un Piano che avrebbe portato la piena occupazione e la cessazione della cassa integrazione a fine anno. Nel giugno 2018, l’ex Ad Di FCA Sergio Marchionne aveva illustrato al Centro Sperimentale di Balocco il Piano FCA 2018-2022, parlando di ventisei modelli con un investimento di 45 miliardi di euro e l’obiettivo di una crescita annuale media dei ricavi del 7% e di un margine tra il 9% e l’11%. Tra i 45 miliardi di euro di investimenti annunciati, il 75% sarebbe stato destinato ai brand globali, mentre i fondi per l’elettrificazione dei veicoli e lo sviluppo della guida autonoma sarebbero stati pari a circa 9 miliardi a fine 2022.

Tuttavia, ancora oggi da Mirafiori a Pomigliano solo 5.508 addetti sono al lavoro su 10.092, e anche negli Enti Centrali è tornata la Cig.
Lo scorso 12 settembre l'incontro tra il Presidente e il nuovo Amministratore delegato di FCA con il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’Interno si è concluso senza alcun impegno preciso, mentre sussiste il rischio concreto che FCA, che in Italia dà lavoro a 66 mila persone (senza contare Ferrari e Cnh), sia costretta a ricorrere agli ammortizzatori sociali anche per il nuovo anno, essendo i piani per gli stabilimenti italiani tutt'altro che definiti.

“Chiediamo che il consiglio aperto di Città e Regione si svolga alla presenza del nuovo responsabile delle attività europee e della proprietà, ma soprattutto che il Governo si impegni a chiedere a FCA garanzie e piani precisi sul futuro della produzione in Italia e sulla progettazione e produzione a Torino della 500 elettrica e delle auto senza pilota” – dichiara Grimaldi. – “Non solo. Siamo preoccupati per la sorte del polo torinese Mirafiori-Grugliasco e chiediamo la fine della cassa integrazione, di nuovo riconfermata dieci giorni a ottobre per i 568 addetti delle presse”.

c.s.

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