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Eventi | 02 ottobre 2018, 10:04

Direttamente da Portland il progetto Best Available Technology al Superbudda

Il poliedrico collettivo torinese dei Docks Dora ospiterà la “musica libera” di Kevin Palmer, seguita dai suoni d’ambiente astratti e dilatati di Titta e Guybrush

Direttamente da Portland il progetto Best Available Technology al Superbudda

Musica libera, priva di condizionamenti modaioli, e suoni d’ambiente astratti e dilatati: sarà questa la colonna sonora che inonderà i Docks Dora stasera, per il nuovo appuntamento promosso dal poliedrico collettivo torinese Superbudda, dedicato alle sonorità elettroniche.

Ospite d’eccezione, direttamente da Portland, Kevin Palmer, in arte Best Available Technology – spesso abbreviato in BAT. Il produttore ha avviato la propria carriera musicale a partire dagli anni ‘90, ottenendo, tuttavia, un riconoscimento ingente di pubblico e di critica solo nell’ultimo anno.

Il suo ultimo LP, infatti, Exposure Therapy, è uscito a giugno del 2017 per l’etichetta newyorchese Upon Styles e vede otto tracce, “apparentemente del tutto indifferenti alla ballabilità – come ha scritto Neil Kulkani su The Wire –, ognuna delle quali caratterizzata da uno spettrale flashback delle produzioni hip hop degli anni ‘90, piuttosto che esserne un semplice fac-simile. Se da un lato, infatti, è presente il boom-bap delle origini, esso viene, però, filtrato attraverso un’elettronica severa, con tratti più simili alla severità antartica”.

Ha dichiarato, infatti, Palmer che obiettivo del disco fosse “registrare qualcosa di irriverente, agitato e libero, qualcosa che non neutralizzasse le sonorità/le voci originali e mi permettesse, allo stesso tempo, di manipolarle e lasciarle vivere al mio fianco, risuonando nelle macchine in una sessione improvvisata in presa diretta di un solo pezzo”.

A seguire, il live di Titta, che ripercorrerà il suo background sonoro passando attraverso territori nebbiosi e caotici e luoghi astratti e dilatati, e la musica di Guybrush, cinematografica, sfuggente e lontana dalle forme, di cui, però, porterà in superficie gli archetipi.

Roberta Scalise

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