Eventi - 04 giugno 2017, 15:03

Open House Torino apre gratuitamente spazi pubblici e privati ai cittadini

Il 10 e 11 giugno oltre 100 luoghi, tra appartamenti privati, edifici ex industriali, palazzi storici

Sono 111 gli spazi pubblici e privati che saranno aperti durante la prima edizione di Open House Torino, il 10 e 11 giugno 2017.

Open House è un progetto nato a Londra nel 1992, da un’idea di Victoria Thornton: appartamenti privati, uffici, edifici storici, generalmente chiusi aprono gratuitamente le loro porte al pubblico per un solo fine settimana all'anno, per farsi conoscere e per rivelare i diversi modi di vivere. Attualmente Open House London apre ben 700 spazi e conta su 300mila visitatori.

Per questa sua prima edizione, Open House Torino aprirà appartamenti privati dal design originale in edifici storici come Palazzo Saluzzo di Paesana, alcuni villini liberty di Cit Turin e San Donato, gli edifici riqualificati e trasformati in centri culturali o terziario come l’ex INCET o il Lanificio di Torino, le case-studio dei professionisti come Zucca Architettura Factory e Studio Carlo Ratti Associati, hotel di design contemporaneo come l’NH Carlina, il Duparc Contemporary Suites, l’AC Hotel o Camplus Lingotto, gli edifici religiosi come la Sinagoga, Santa Pelagia o la chiesa del Sacro Volto. E poi il Palazzo della Luce, gioiello neobarocco nel cuore del Quadrilatero romano, ex sede Enel in cui sono stati realizzati moderni uffici e un pionieristico concept residenziale, con appartamenti che diventano ville urbane dotate tutte di ampi giardini privati; Palazzo Bricherasio rimasto chiuso per anni dopo la stagione d'oro come centro espositivo, gli spazi  educativi della Scuola Chagall, della ludoteca il Paguro e il laboratorio di lettura del villino Caprifoglio; i grandi edifici in cerca di nuova funzione come Palazzo del Lavoro, Torino Esposizioni e Motovelodromo, in un dialogo continuo tra storia e architettura, tra presente e passato, tra diversi modi di pensare, di vivere e di essere nella nostra città.

Nella lista dei 111 spazi aperti ci sono anche Casa Hollywood, Verde 25, le Torri Pitagora, Sermig - ex Sellerie, Piazza dei Mestieri, Casa Jasmina, Bivacco Urbano, Galleria Franco Noero, Casa Pazza, Casa Okumé, Sala da ballo Le Roi, Casa Baloire, Spazio R3, Lombroso 16, Tre Colori, Domino, Casa Y, Casa Pomba, Archivio Tipografico, Casa Ozanam e Orto Alto, Gruppo Abele - ex Cimat, Luoghi Comuni - Porta Palazzo, Casa Bossi, Casa Oz, Casa nel Parco. La lista completa delle architetture visitabili, con le schede di ognuna, è su http://openhousetorino.it/edifici/

Open House Torino coinvolge tutti i quartieri della città, dal centro alla periferia alla collina e invita i visitatori a costruirsi i propri itinerari, seguendo i propri interessi: la Torino dall’alto offerta dal campanile di Faa’ di Bruno, dalle Torri Pitagora e dalla Fondazione Monaco; la Torino del liberty rivisitato dal design contemporaneo di Cit Turin e San Donato; la Torino degli edifici ex industriali reinterpretati dalla cultura contemporanea o ancora in cerca di destinazione come l’ex DAI di Mirafiori Sud. Ma anche la curiosità di scoprire la Torino contemporanea di The Number 6, la casa più bella del mondo, di Verde 25, con i suoi grandi alberi in facciata, dei cortili di ex CEAT ed ex Tobler, ripensati come ampi spazi verdi.

“Quando ho deciso di portare Open House a Torino avevo ben chiaro il patrimonio architettonico della nostra città. È successo due anni fa, a Londra, quando per un weekend, noleggiata una bicicletta, ho potuto visitare ben 40 architetture diverse, passando dalla community di Walter Segal con le case auto-costruite, alla sede di Som, che costruisce grattacieli, fino a vere e proprie chicche lungo i canali, che non avrei mai potuto visitare se i proprietari non avessero aperto le porte, durante Open House. Mi sono innamorato immediatamente del format e ho deciso di portarlo a Torino, pensando alla lunga storia della nostra città, che fu romana, poi capitale dei Savoia, con un senso di visionarietà e l’ambizione di trasformarla in capitale europea, poi centro di sviluppo del barocco e infine culla del modernismo. La nutrita community di architetti locali contemporanei poi si è fatta coinvolgere facilmente nel progetto. Non è la prima volta che si cerca di portare Open House a Torino, ma questa volta non ci siamo fermati davanti agli ostacoli” racconta Luca Ballarini, fondatore e presidente dell’Associazione Open House Torino, che organizza l’evento.

“Vorrei anche sfatare un mito: quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto, ci hanno detto ‘Siamo a Torino, chi mai aprirà le porte di casa’? Ecco, non è vero, Torino ha accolto l’idea meglio di quanto pensassimo e abbiamo trovato padroni di casa molto disponibili. Il tema dell'aprire casa agli altri, così di attualità e così difficile, si intreccia con il tema della privacy, la protezione di sé verso gli altri, in cui la  casa rimane l'unico vero baluardo. Open House chiede di passare da un'architettura che è solo esteriore (quella che possiamo osservare dalla strada) a un'architettura che è anche interiore (quella che custodiamo in segreto, la mia casa come la mia anima, il luogo più esclusivo e solitario). È un passaggio ardito, ma due giorni l'anno, o anche solo uno, si può fare”.

Le visite sono gratuite, sono organizzate in modo diverso nei vari luoghi aperti, hanno in genere una cadenza regolare (ogni 20-30 minuti) e a volte sono condotte dagli stessi progettisti, così da soddisfare le eventuali curiosità dei visitatori.

L’associazione Open House Torino appartiene al network Open House Worldwide, l’organizzazione internazionale con sede centrale a Londra, e sedi indipendenti in Europa, America, Medio Oriente e Australia. Le aperture vengono organizzate in 35 città in tutto il mondo, tra cui, in Italia, anche Roma e Milano, che hanno appena realizzato le loro edizioni 2017. La capitale organizza Open House dal 2012 e in soli 5 anni il pubblico è aumentato del 400%; a Milano è successo crescente dal 2015, anno del debutto. Adesso tocca a Torino.

C.S.