Quatto nomi che hanno scritto pagine indelebili della storia granata. Sono Luciano ‘Giaguaro’ Castellini, Natalino Fossati, Giuseppe Grezar e il ‘poeta’ Claudio Sala i giocatori inseriti per il 2016 nella Hall of Fame Granata. L’iniziativa, giunta alla terza edizione, sempre patrocinata dal Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, vedrà i prescelti alle ore 15 di domani premiati a Villa Claretta di Grugliasco, sede del museo del Toro. Sono stati scelti giocatori, ma soprattutto uomini di prim’ordine: il portiere dell’ultimo scudetto, uno dei calciatori simbolo del tremendismo granata, il poeta che ha scritto i versi più belli per Pulici e Graziani, assieme a uno degli Invincibili periti a Superga.
Alla cerimonia presenzieranno i vincitori Castellini, Fossati, Claudio Sala e in rappresentanza di Grezar, il nipote Niccolò Menti. Ci sarà anche un premio speciale per Tony Vigato, lo storico magazziniere granata, che qualche settimana fa ha festeggiato gli 80 anni. Ma domani sarà anche il giorno in cui verrà inaugurata la mostra “Centodieci e lode. Da Bachmann a Belotti centodieci anni di passione granata”, dedicata al compleanno del Toro. La mostra sarà visitabile fino al 26 febbraio 2017 nella sala della Memoria. Un omaggio doveroso ad una società che ha scritto pagine epiche e fantastiche, ma anche dolorose e ricche di commozione, come nessun’altra al mondo.
Scudetti, Coppe Italia, la leggenda del Grande Torino, la favola dello scudetto del 1976, ma anche tragedie come quella di Superga, la morte tragica e prematura di Gigi Meroni, il destino crudele che ha portato via troppo presto Giorgio Ferrini, il capitano dei capitani. Il Toro degli albori di capitan Bachmann e quello del trio delle meraviglie Baloncieri-Libonatti-Rossetti degli anni Venti, per arrivare al trio d’attacco di oggi, guidato dal ‘Gallo’ Belotti. Perché, come diceva un impareggiabile maestro di vita e di giornalismo come Sandro Ciotti, il Torino “è una parabola che ha ospitato ferite crudeli, successi epici, che il destino ha accarezzato come un fiore e trafitto come una lama saracena”. Per questo la sua gente ne è innamorato alla follia.