Attualità - 30 marzo 2016, 19:11

CBM e lo strumento dell'advocacy per combattere la disabilità visiva nei Paesi in via di sviluppo

I risultati della ricerca sull'advocacy commissionata da CBM sono consultabili nel documento, che li raccoglie e che si può scaricare

CBM  è impegnata nella prevenzione e cura delle forme evitabili di cecità e disabilità negli stati più  poveri e nei Paesi in via di sviluppo. Si tratta della maggiore organizzazione umanitaria internazionale, che si adopera a tal fine nel Sud del mondo. Non a caso il motto di CBM è "Insieme per fare di più". CBM Italia Onlus è un'Organizzazione Non Governativa (ONG) e fa parte di CBM International, che non ha scopo di lucro ed è presente dal 1908 nelle nazioni meridionali per portare assistenza e cure ai disabili, permettendo loro di non essere esclusi dalla società e di avere una migliore prospettiva di vita.

 

E' rimarchevole che nell'ultimo anno CBM abbia soccorso oltre 32 milioni di esseri umani in Africa, Asia ed America Latina, collaborando a stretto contatto con i partner del posto, coinvolti in progetti di tipo medico-sanitario, riabilitativo ed educativo. CBM crede fermamente, infatti, che tali interventi debbano essere accessibili a tutti. Soltanto cercando di azzerrare il rischio di disabilità e permettendo a chi ne è portatore di sviluppare al meglio le proprie potenzialità, è possibile edificare una società migliore. Con questa filosofia CBM Italia Onlus è attiva con 70 progetti sul campo in 26 nazioni.

 

Se si analizzano le statistiche sulla cecità a livello mondiale, si scopre che 39 milioni di persone sono cieche e di queste 1,4 milioni sono bambini sotto i 15 anni. Il 90% di esse vive nei Paesi in via di sviluppo, ma è bene sottolineare che l'80% delle cause di cecità si può prevenire. Ampliando il discorso alla disabilità visiva nel mondo, 1 persona su 7 ha una disabilità, vale a dire il 15% della popolazione mondiale. 285 milioni di esseri umani hanno una disabilità visiva e di questi 19 milioni sono bambini sotto i 5 anni. 12 milioni di bambini hanno difetti refrattivi curabili.

 

CBM crede nell'importanza dell'advocacy come strumento di sensibilizzazione e di informazione dell'opinione pubblica e di dialogo con le istituzioni, per far conoscere le tematiche legate alla disabilità evitabile. CBM Italia Onlus, per promuovere una società totalmente inclusiva, lo usa principalmente in due ambiti: presso le istituzioni e gli organismi internazionali, grazie anche all'ufficio di Bruxelles e ad una rappresentanza di CBM a New York per il lavoro con le Nazioni Unite; e con iniziative di sensibilizzazione e informazione in Italia, volte a creare coscienza.

 

CBM ha commissionato ad AstraRicerche una ricerca sull'advocacy nel nostro Paese e, dal 10 al 14 maggio 2015, si sonotenute 1.574 interviste online allo scopo di verificare il pensiero di noi Italiani su argomenti come l'ingiustizia, l'emarginazione ed il disagio sociale. Dall'indagine si è evidenziato che ai primi posti delle "buone cause", in cui gli Italiani considerano giusto impegnarsi, si trovano esattamente le categorie vulnerabili, tra le quali i disabili, ed i Paesi in via di sviluppo. Gli intervistati hanno dichiarato che i motivi per i quali non effettuano donazioni sono soprattutto la diminuzione dei guadagni e dei redditi, dovuta alla crisi, e la sfiducia circa il modo in cui vengono investiti i fondi raccolti.

 

I risultati della ricerca sull'advocacy commissionata da CBM sono consultabili nel documento, che li raccoglie e che si può scaricare cliccando qui. E' emerso, infine, come la scelta in favore di un'organizzazione, che si occupa di "buone cause", piuttosto che di un'altra sia guidata dai sentimenti comunicati dall'immagine stessa dell'associazione a scopo benefico, ad esempio solidarietà e desiderio di migliorare la società. Certamente, per attribuire fiducia ad un'organizzazione impegnata in "buone cause", l'atteggiamento più corretto è quello incentrato sulla volontà di cambiare le cose in positivo, anziché mirare a suscitare la pietà nel pubblico.

Files:
 Libro Advocacy (1.0 MB)