Nel 1948, nella Milano del dopoguerra, nasce un uomo destinato a diventare un affermato protagonista della scena industriale contemporanea italiana: Marco Tronchetti Provera. Questa è la sua storia e il racconto di come abbia costruito, passo dopo passo, il suo successo.
Prima fonte di tutte le ispirazioni, è proprio la sua famiglia. A crescere Marco ci pensano la madre, Giovanna Musati, i due fratelli maggiori (Raffaele Bruno e Roberto) e il padre, Silvio Tronchetti Provera; un uomo che, a sua volta, fu un precursore nel periodo storico in cui ha vissuto.
Infatti, ufficiale degli alpini, inizia la sua carriera professionale sul finire degli anni '30, quando diventa direttore generale del gruppo Falck, una delle aziende italiane più antiche del settore siderurgico e attualmente riconvertita nella creazione di energia da fonti rinnovabili. In società con la Falck stessa, partecipa negli anni a numerose iniziative imprenditoriali, assumendo, di volta in volta, il ruolo di amministratore o presidente delle varie e importanti società (la più famosa è sicuramente l'attuale Camfin spa). Silvio Tronchetti Provera, scomparso nel 1996, viene ricordato anche come il fondatore dell'A.I.R.C. (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro).
In memoria di questo padre, sinceramente interessato ad avere un ruolo concreto e migliorativo nei confronti della collettività e, soprattutto, fiducioso nel potere delle nuove generazioni, nel 2001 il figlio, Marco, ha fondato l'associazione omonima a lui dedicata, la Fondazione Silvio Tronchetti Provera. Un'opportunità per i giovani ricercatori, uno spazio dove formarsi, dove avere a disposizione strumenti di sviluppo adeguati ed avanzati per allargare le frontiere del sapere e la capacità d'innovazione delle imprese italiane.
Seguendo le stesse orme del padre, a 23 anni Marco Tronchetti Provera si laurea in Economia e Commercio all'Università Bocconi di Milano. È proprio quest'università a dargli la possibilità di effettuare uno stage a Londra, presso la compagnia di trasporti e logistica P&O. Al suo ritorno a Milano, forse ispirato da quanto appreso in quell'ambiente e forte della sua cultura accademica, Tronchetti Provera fonda la società Sogemar, attiva nell'import-export internazionale.
Nel 1986 la società sarà venduta e, con la liquidità ottenuta, Tronchetti Provera acquisterà delle quote azionarie della Camfin iniziando, così, a lavorare a stretto contatto con il padre e succedendo a lui come presidente.
In questi anni di affari e successi dal punto di vista lavorativo, la cronaca rosa gliene attribuisce altrettanti dal punto di vista privato. Fanno parlare i flirt con importanti donne legate al mondo finanziario milanese, il matrimonio e, poi il divorzio, con la giornalista Letizia Rittatore Vonwiller ma, soprattutto, il matrimonio, nel 1978 con Cecilia Pirelli. Figlia di Leopoldo Pirelli, l'allora patron dell'omonimo gruppo industriale, avrà con lui tre figli - Giada, Giovanni ed Ilaria - e un matrimonio lungo quasi 20 anni.
Nuovamente Tronchetti Provera ha l'occasione di poter stare al fianco di un grande uomo, di un imprenditore che era stato capace di fondare un vero e proprio colosso nel settore della gomma, degli pneumatici e dei cavi elettrici. Un uomo d'altri tempi che, con i suoi principi, la sua etica e la sua voglia di essere ricordato come un uomo per bene, ha insegnato a Marco Tronchetti Provera non solo come muoversi a livello lavorativo, ma anche a livello umano.
Il rapporto fra Tronchetti Provera e Leopoldo Pirelli è celebrato nel libro “Leopoldo Pirelli – Valori e passioni di un uomo d'impresa”, edito nel 2012 da Archinto e scritto dallo stesso Tronchetti Provera. Un libro che ripercorre amabilmente l'uomo Leopoldo attraverso i racconti delle varie persone che negli anni gli sono state vicino.
Nel 1986 Tronchetti Provera entra nel mondo Pirelli, come socio accomandatario della Pirelli & C. Sapa. Da questa posizione assiste ad una serie di trattative ed investimenti sfortunati, negli anni '90, di Leopoldo Pirelli. Fra tutti, il tentativo di fusione con Continental, un caso attualmente descritto nei manuali di storia aziendale. Un'operazione lunga e dalla conclusione fallimentare. Un buco nelle casse di Pirelli, una ferita così spaventosa che, quando Leopoldo decide di dimettersi dal gruppo, nessuno in famiglia vuole cercare di rimarginare; tranne Marco Tronchetti Provera. Così nel 1992, a 44 anni, diventa presidente e amministratore delegato del Gruppo Pirelli.
Da qui in avanti Marco Tronchetti Provera si dedica al risanamento e alla ristrutturazione a fondo dell'azienda, operando una serie di scelte a difesa del patrimonio e del marchio apprezzate anche da altre realtà, come Mediobanca. Pirelli aumenta di credibilità e Tronchetti Provera inizia ad incarnare per molti il futuro Giovanni Agnelli, ovvero la nuova personalità in grado di dare prestigio alla finanza e industria italiana.
In quest'opera di gestione del patrimonio Pirelli, rientra anche il progetto immobiliare Grande Bicocca. Un percorso lungo quasi 20 anni, un'azione finalizzata al recupero e alla conversione delle vaste aree occupate dagli impianti di produzione Pirelli dismessi, nella periferia nord-orientale di Milano.
Negli anni successivi accumula cariche e partecipazioni alla vita politica nazionale: Consigliere di Amministrazione di Mediobanca, della Banca Commerciale Italiana, della Ras Assicurazioni, dell'Università Bocconi, della squadra di calcio F.C. Internazionale (meglio conosciuta come Inter). Membro del New York Stock Exchange European Advisory Committee e vicepresidente di Confindustria. Appoggia Massimo D'Alema nella sua scalata al Quirinale e, nel 2000, Silvio Berlusconi.
Nel 2000, a 52 anni, una grande scelta, una grande svolta. Marco Tronchetti Provera vende i sistemi ottici terrestri della Pirelli a Cisco e la tecnologia dei componenti ottici ad American Corning. Quest'operazione, portata avanti ad arte, fa entrare nelle casse Pirelli una somma pari a circa quattro miliardi di euro.
Con questa somma a disposizione, con il supporto di alcune banche e della famiglia Benetton, nel 2001 costituisce la società Olimpia, la quale acquisisce il 27% delle azioni di Olivetti dalla società Bell di Emilio Gnutti e Roberto Colaninno diventando, quindi, l'azionista di riferimento, e poi il presidente, di Telecom Italia.
Ancora una volta le scelte e i risultati ottenuti da Tronchetti Provera sono utili a rilanciare un'azienda in stallo e ad avviare, questa volta, un processo di innovazione e ricerca sulle materie prime, le nuove tecnologie e le possibilità legate alla banda larga.
È datato 2001 il matrimonio, dopo qualche tempo di frequentazione, con la bellissima modella e attrice di cinema tunisina Afef Jnifen. Le loro serate mondane, le feste e i viaggi con la barca a vela Kauris II (altra grande passione di Tronchetti Provera), riempiono il web e i giornali di cronaca rosa di charme ed eleganza. Ad oggi il loro amore, bello e pulito, sembra essere immune al tempo che passa. Rimane sempre giovane ed affascinante, proprio come il volto e il corpo della splendida Afef.
Negli anni successivi Tronchetti Provera continua l'opera di risanamento della Telecom vendendo pezzi d'azienda ritenuti non essenziali e riuscendo così a far scendere l'indebitamento complessivo. Nel 2004 fonde Tim a Telecom, ben intuendo l'importanza del nuovo mercato della telefonia mobile. Un'operazione necessaria ma costosa. Una spesa da sostenere che male si abbina con la scadenza, ad ottobre 2006, di alcune obbligazioni e quote azionarie. Un'urgenza di fondi che Tronchetti Provera immagina di poter sanare separando nuovamente Tim e Telecom e vendendo quest'ultima a Sky, il colosso mondiale della comunicazione digitale americano gestito da Rupert Murdoch.
L'idea che uno dei grandi prodotti del made in Italy possa essere ceduto all'estero non è presa bene da Romano Prodi, all'epoca Presidente del Consiglio. Ne nasce un acceso dibattito fra le parti che si conclude con le dimissioni di Tronchetti Provera, nel 2006, da Telecom Italia.
Da qui in avanti il tentativo è quello di coprire il buco creatosi nelle casse di Pirelli e l'obbiettivo può considerarsi raggiunto quando, nel 2007, Tronchetti Provera raggiunge un accordo con un gruppo di banche italiane e l'operatore spagnolo Telefonica. Cede la sua partecipazione in Olimpia e guadagna circa 3,3 miliardi di euro con i quali rifocalizza il core business di Pirelli.
Da ottobre 2015 un nuovo riassetto societario coinvolge in modo significativo il team Pirelli. Dopo le dimissioni dei cinque consiglieri Anna Maria Artoni, Didier Casimiro, Ivan Glasenberg, Petr Lazarev e Igor Soglaev, Pirelli apre le porte agli esteri. Arriva un nuovo partner dalla Cina. ChemChina (China National Chemical Corporation) entra nel gruppo con Ren Jianxin, Yang Xingqiang, Wang Dan, Tao Haisu e Zhang Junfang. La cessione di azioni Pirelli da parte di Marco Tronchetti Provera e le sue dimissioni da presidente, fanno sì che Ren Jianxin sia, di conseguenza, il nuovo numero uno di Pirelli. Tronchetti Provera, invece, resta amministratore delegato e diviene vice presidente esecutivo, mantiene la gestione operativa del gruppo degli pneumatici. Successivamente all'OPA di fine 2015, il Gruppo Pirelli lascia la Borsa italiana.
Contrastanti le opinioni e le reazioni di alcuni azionisti Pirelli e utenti sui siti di notizie online; c’è chi ha visto questa azione come un tradimento all'Italia e alla memoria di Leopoldo Pirelli. Ma per capirla, basta ricordare una frase di Tronchetti Provera. Una citazione che potrebbe essere chiarificatrice, oltre che valida con le giuste misure, anche per le nostre piccole, e sempre più competitive, realtà locali: «La crescita del capitalismo italiano ha bisogno del contributo di tutti, comprese quelle forze che magari per motivi diversi possono essere meno gradite. Le sfide che affrontiamo richiedono che al tavolo ci sia posto per ognuno, purché portatore di progetti validi, nella certezza che nessuno potrà avere una posizione dominante perché il terreno di gioco non sarà più solo il mercato interno.»
Terminiamo la biografia di Marco Tronchetti Provera sintetizzando tutte le cariche attualmente ricoperte e la sua posizione all'interno delle stesse società:
Nel Gruppo Pirelli è vicepresidente esecutivo e CEO (fino ad ottobre 2015);
in Camfin S.p.A.(una holding), è presidente esecutivo (solo fino a dicembre 2013);
in Mediobanca, vice presidente;
presidente della Marco Tronchetti Provera & C. Sapa;
membro del CdA all'Università commerciale Luigi Bocconi;
RCS Quotidiani, membro del CdA;
in Allianz è membro dell'International Advisory Board;
membro del CdA in Eurostazioni;
membro del CdA nella Fondazione Cerba;
in Confindustria, è membro dell'Esecutivo;
in Assolombarda, è membro del consiglio direttivo;
in Assonime, è membro del consiglio direttivo;
presidente della Fondazione Pirelli;
presidente della Fondazione Silvio Tronchetti Provera;
Co-Presidente Onorario per la parte italiana nel Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti;
presidente della Fondazione Hangar Bicocca;
fa parte della Commissione Trilaterale in Gruppo Italiano;
e del comitato esecutivo dell'Aspen Institute.
E non mancano alcuni riconoscimenti speciali. Nel 1996, è nominato Cavaliere del Lavoro, con la seguente motivazione: «Laureatosi in Economia e Commercio all'Università Bocconi di Milano nel 1971, dal 1973 al 1986 sviluppa le attività di famiglia legate al settore dei porti marittimi creando una holding finanziaria. Nel 1986 entra nel Gruppo Pirelli come Socio Accomandatario di Pirelli & C. Nel 1988 viene nominato Amministratore Delegato della holding Svizzera Société Internationale Pirelli S.A. di Basilea. Nel 1991 è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Pirelli SpA della quale diviene Vice Presidente Esecutivo nel febbraio 1992. Su delega del Cavaliere del Lavoro Leopoldo Pirelli assume la direzione del Gruppo e ne risolleva le sorti realizzando un piano di ristrutturazione e rilancio. Marco Tronchetti Provera è pure Presidente del Consiglio e del Comitato Esecutivo di CAMFIN SpA Società che controlla aziende operanti nel settore petrolifero. Ricopre importanti incarichi associativi in Italia e all'Estero.»
Nel 1998, viene insignito della carica di Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico e Cavaliere della Legion d'onore.
Ha ricevuto anche la laurea honoris causa in Legge della Wesleyan University, nel Connecticut (USA).