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Sanità | 21 giugno 2024, 14:39

Cefalee e artrosi del ginocchio: in Piemonte 700mila pazienti colpiti dal dolore cronico

Assumere antinfiammatori scorrettamente ha effetti sui reni e apparato gastrointestinale

Cefalee e artrosi del ginocchio: in Piemonte 700mila pazienti colpiti dal dolore cronico

Cefalee, artrosi del ginocchio, dell’anca, della spalla. E poi – per fare solo qualche esempio – discopatie, stenosi midollari a carico della colonna, fibromialgie. Sono circa 700mila le persone in Piemonte colpite da dolore cronico, con un notevole impatto sulla vita di relazione e lavorativa.

2.16 miliardi di impatto economico

Dal punto di vista economico, si calcola che l’impatto del dolore cronico a livello regionale valga 2.16 miliardi di euro, di cui 1.5 miliardi di costi indiretti.  I dati sono stati divulgati oggi nel convegno “Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave nella gestione del dolore cronico – Regione Piemonte” organizzato da Motore Sanità.

Le controindicazioni

Uno dei temi più importanti è la mala gestione della patologia.  La maggioranza dei 13 milioni di italiani colpiti da dolore cronico lieve o moderato (oltre il 20% della popolazione) è trattato in maniera inappropriata con gli antinfiammatori che, se usati senza la presenza di infiammazione, possono avere gravi effetti collaterali nell’uso a lungo termine, con conseguenze sull'apparato gastrointestinale, emorragiche, renali ed epatiche.

Paracetamolo prima scelta

"In tale contesto, - ha spiegato Claudio Zanon, Direttore scientifico di Motore Sanità - la medicina generale riveste un ruolo fondamentale nella prescrizione appropriata dei farmaci: il paracetamolo risulta la prima scelta nella gestione del dolore lieve e moderato in assenza di stato infiammatorio".

Le azioni

Tra le azioni concrete che si possono mettere in campo per contenere gli impatti economici del fenomeno una maggiore attenzione alla governance assistenziale del dolore, anche nei casi di dolore lieve e moderato, investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell'accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un'adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori politici sull’importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico.

Attorno al dolore cronico lieve e moderato esistono ancora pregiudizi, falsi miti e fake news che portano i pazienti a compiere azioni scorrette. Come ha spiegato Diego Girotto, Medico di medicina generale esperto FIMMG Torino, molti pazienti si affidano all'automedicazione e non chiedono un consiglio mirato al loro dottore. “In una società che va sempre di fretta, - ha chiarito - diventa più veloce ricorrere all'automedicazione o affidarsi alla rete per avere consigli veloci su principi attivi e dosaggi".

"Potrebbe essere utile - ha aggiunto - grazie a campagne divulgative rivolte alla popolazione, una maggiore conoscenza dei siti internet istituzionali che offrono risposte scientificamente valide ai quesiti di natura sanitaria. Dall’altro lato risulta fondamentale avere medici di medicina generale esperti sul tema del dolore cronico, con una formazione continua e un approfondimento scientifico costante".

Cinzia Gatti

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