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Cronaca | 10 giugno 2024, 08:38

Noto imprenditore di eventi food minacciava i "nemici" con metodi (e collaboratori) mafiosi: 8 arresti all'alba di questa mattina

Le accuse vanno dal sequestro di persona all'estorsione: ex dipendenti che hanno fatto causa, ma anche creditori e debitori venivano colpiti e intimoriti con operazioni punitive

polizia in azione

Blitz alle prime luci dell'alba e 8 persone arrestate

Estorsione, sequestro di persona, violenza privata, porto e detenzione di arma comune da sparo e lesioni personali, aggravati dal metodo mafioso. Sono queste le accusa per cui, a vario titolo, dalle prime ore di questa mattina sono state arrestate 8 persone a Torino e provincia.L'operazione è stata messa in atto dalla Polizia che fin dalle prime ore di oggi è entrata in azione effettuando le odrinanze di custodia cautelare. L'impulso è arrivato dalla Direzione distrettuale antimafia. Tra le persone coinvolte, anche un noto imprenditore operante nell’ambito dell’organizzazione di grandi eventi enogastronomici, titolare di numerose attività commerciali. Si è scoperto infatti che l'uomo aveva "vicinanza" con elementi di spicco della ‘ndrangheta torinese. Si tratta di Francesco Ferrara, 48 anni, originario della zona di Rosta.

L’imprenditore, con la protezione di esponenti di vertice della criminalità organizzata di tipo mafioso, esercitava, nei confronti dei suoi collaboratori, ma anche di creditori e debitori, una forte intimidazione che spesso culminava in atti violenti o in reiterate minacce, scegliendo in base al profilo della vittima, gli “amici” più idonei.

Uno degli episodi più eclatanti è stato commesso, infatti, ai danni di un ex collaboratore che aveva "osato" chiedere, con un’azione legale, il pagamento di circa 20.000 euro di provvigioni per l’attività svolta. Ai suoi danni è stato, quindi, organizzato un vero e proprio agguato per costringerlo a rinunciare all’azione legale. L’azione criminale è risultata essere particolarmente violenta, la vittima è stata, infatti, picchiata, minacciata anche apponendole una corda al collo e privata della libertà personale. Ma questo non ha impedito alla vittima di rivolgersi alle forze dell'ordine e a denunciare i fatti accaduti.

Analoghe modalità mafiose sono state utilizzate per costringere altre vittime ad assecondare le richieste dell’imprenditore, che si è avvalso della collaborazione di appartenenti alla ‘ndrangheta o alla criminalità comune. 

Gli arrestati sono stati associati alla casa circondariale di Torino “Lorusso e Cotugno”.

Nell’operazione sono state impegnate numerose unità del Servizio Centrale Operativo, delle S.I.S.C.O. di Torino, Milano Brescia, Bologna e Genova, del Reparto Prevenzione Crimine di Torino.

redazione

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