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Attualità | 20 marzo 2019, 15:20

Sabato a Torino corteo contro l'obbligo vaccinale: "Impediamo a politica e profitto di invadere il nostro corpo"

L'appuntamento è fissato alle 15 presso il Giardino Lamarmora, da dove partirà il corteo in direzione piazza Castello. Qua verrà allestito un palco da dove interverranno vari esperti

Sabato a Torino corteo contro l'obbligo vaccinale: "Impediamo a politica e profitto di invadere il nostro corpo"

 

 

A Torino si torna a protestare contro l'obbligo vaccinale, per "impedire a politica e profitto di invadere un terreno che ci appartiene, il nostro corpo".

L'appuntamento è fissato per sabato 23 marzo alle 15 presso il Giardino Lamarmora, da dove partirà il corteo in direzione piazza Castello. Qua verrà allestito un palco da dove interverranno, su aspetti vari del tema, Cristian Sala Atzori (referente Auret), Monica Piccioni (referente regionale La Scuola Che Accoglie), Giorgia Scataggia, Stefano Re e il Dottor Dario Miedico (medico legale). 

La legge Lorenzin del 31 luglio 2017 ha introdotto per i bambini e ragazzi da zero a 16 anni l'obbligo di 10 vaccini , più 4 caldamente consigliati, pena l'esclusione da nidi e scuole dell’infanzia. "In continuità con tale legge in queste settimane - aggiungono i promotori del corteo - è in discussione al Senato il DDL 770 che, con tutta probabilità, estenderà l'obbligo ad ogni fascia di età nel caso “si rilevino significativi scostamenti dagli obiettivi fissati”.

"Il DDL si riserva, inoltre,  - aggiungono - di sospendere la frequenza scolastica della scuola dell'obbligo entrando così in palese conflitto con il diritto allo studio". Secondo i manifestanti si "mette a tacere ogni voce fuori dal coro: i medici che hanno sollevato dubbi sulla pratica vaccinale e sull’impianto coercitivo della legge vengono sottoposti a procedimenti disciplinari fino alla radiazione".

Per i promotori del corteo "il fine celato è abituare l’intera popolazione a leggi fortemente autoritarie che vanno a minare il concetto stesso di inviolabilità del corpo, usando come grimaldello la fiducia e l’autorevolezza di cui gode la classe medica".

 

 

Cinzia Gatti

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