Cervelli che curano altri cervelli. Sono quelli che resistono alla fuga (come fanno e hanno fatto tanti altri in passato) anche grazie alla presenza del NICO, Istituto di Neuroscienze della Fondazione Cavalieri Ottolenghi – Università di Torino che organizza per sabato 24 novembre il più classico del "porte aperte", per offrire alla cittadinanza la possibilità di visitare i laboratori di ricerca di Orbassano (la palazzina si trova all’interno del complesso dell’Ospedale San Luigi Gonzaga). Un invito aperto a tutti: semplici appassionati e curiosi. Un’occasione per capire come funziona il nostro cervello, che cosa succede quando si ammala o invecchia e, soprattutto, che cosa si può fare per ripararlo.
Solo in Piemonte sono almeno 75mila i malati di Alzheimer (a fronte di circa 600 mila in Italia e 50 milioni nel resto del mondo, secondo quanto testimoniano i dati Censis in materia), con stime in crescita a causa dell’invecchiamento progressivo della popolazione. Si tratta di una malattia con un costo medio annuo pari a circa 70.000 euro pro-capite in Italia, comprensivo di costi diretti ed indiretti, con devastanti effetti psicologici, emotivi e anche economici sulle famiglie impegnate nell’assistenza ai malati. Sono invece circa 100 in Piemonte i bambini affetti da SMA (1/6000), 700 i malati di SLA (3 ogni 100.000 persone), 8.000 persone colpite da Sclerosi Multipla e 4.500 i casi di lesioni spinali.
Ed è per dare una risposta a tutte queste persone e alle loro famiglie che la ricerca di base si impegna tutti i giorni per trovare e battere nuovi sentieri da percorrere a caccia di una soluzione per Sclerosi Multipla, Alzheimer, SMA, Sindrome di Down. Perché per "riparare" il cervello bisogna conoscerlo: i ricercatori del NICO – Università di Torino studiano infatti struttura e funzioni del cervello normale, con l’obiettivo di capire come si ammala e come curarlo. La complessità degli studi sul cervello richiede un approccio multidisciplinare: per questo l’Istituto riunisce una squadra di 20 docenti universitari e 30 giovani ricercatori con esperienze complementari, in quello che è un vero e proprio gioco di squadra.
Il percorso di visita previsto per la giornata di sabato - della durata di circa 3 ore - inizia con la presentazione dell’Istituto a cura del direttore scientifico Alessandro Vercelli e prosegue con 3 stand tematici di presentazione delle linee di ricerca: Capire il cervello dal suo sviluppo (La formazione del cervello nel bene e nel male; Ormoni e cervello; Cure materne e comportamento); Quando il cervello non funziona (Malattie neurodegenerative; Sclerosi multipla; Nervi a pezzi e Invecchiamento); Il sogno di rifarsi un cervello (Cellule staminali cerebrali; Modificazioni dei circuiti cerebrali; Evoluzione: il cervello in animali e uomo).
Dopo aver scoperto le diverse linee di ricerca gli ospiti saranno poi accompagnati alla visita dei laboratori: i ricercatori illustreranno i diversi approcci sperimentali, in particolare il cervello visto al microscopio, ovvero la ricerca di base in diretta. Nel laboratorio di Neurofisiologia si potrà scoprire ad esempio come comunicano i neuroni. Il funzionamento del cervello è basato su segnali elettrici generati e trasmessi dalle cellule nervose ad altre cellule: il loro studio permette di scoprire i deficit funzionali prima che le cellule muoiano.
L'open-day è dunque fissato per sabato, 24 novembre, dalle 9:30 alle 13 e dalle 14:30 alle 18. È richiesta la prenotazione per agevolare l’organizzazione delle visite (www.nico.ottolenghi.unito.it).